I nonni sono quelli che viziano, che accontentano, che non esitano a mettersi fra genitori e nipoti per risolvere i piccoli, grandi attriti. Sono quelli che hanno sempre un ricordo, una storia, spesso l’unica parola giusta in un giorno storto. Ma negli Stati Uniti, a questo elenco tenerissimo va aggiunta una voce: i nonni sono anche quelli che si fanno le canne.
Un fenomeno svelato da uno studio realizzato dal CDUHR (Center for Drug Use and HIV/HCV Research) della NYU School of Global Public Health, che ha rivelato una verità forse scomoda, ma più che altro del tutto inaspettata: il 7% degli over 65, nell’ultimo mese ha fatto uso di cannabis. Lo studio, pubblicato su “Jama Internal Medicine”, si è spinto fino a tracciare il profilo dei nonni che si fanno le canne, molti dei quali sposati, laureati e con pensioni che permettono una vecchiaia agiata.
In fondo nulla di così strano, visto che il consumo di cannabis per uso medico o ricreativo è permesso dalla legge in 23 dei 50 Stati americani: dall’Alaska alla Virginia, passando per California, Colorado, Maryland, Nevada, New Mexico, e Oregon. Ma mai nessuno, finora, aveva concentrato le attenzioni sull’uso di stupefacenti da parte degli over 65 americani, che invece di guardare i cantieri come i loro colleghi italiani, hanno imparato a rollare.
Ironie a parte, la ricerca ha permesso di appurare che nel 2023 il consumo di cannabis fra gli “anta” è cresciuto dal 4,8 al 7%, con un aumento pari al 46% in appena due anni.
“Non sono dati che dovrebbero sorprendere: il consumo sta diventando sempre più comune tra le persone che vivono in Stati che permettono la cannabis terapeutica, il che potrebbe essere dovuto alla maggiore disponibilità o all'accettabilità sociale – ha commentato Joseph Palamar, uno degli gli autori dello studio – è interessante notare che, per quanto riguarda il reddito, le persone con i redditi più alti hanno registrato la più bassa prevalenza di consumo di cannabis nel 2021, ma nel 2023 questo gruppo ha rappresentato la maggioranza, il che potrebbe indicare chi ha accesso alla cannabis terapeutica, visti i suoi costi”.
E vissero tutti tossici e felici? Non proprio. Lo studio, che ha coinvolto quasi 16mila anziani, di cui il 54% rappresentato da donne, si conclude con un invito alla morigeratezza, consigliando gli anziani che fanno uso regolare di cannabis di parlarne con il proprio medico curante, perché le fasi dell’invecchiamento espongono l’organismo con maggiore intensità alle sostanze psicoattive.