Dal 1948, anno di nascita, l’Ape Piaggio è arrivata ovunque nel mondo. Anche se chiamata di volta in volta con nomi diversi e a volte bizzarri, se la Vespa e la Fiat 500 hanno il merito di aver messo le ruote all’Italia, i cloni dell’umile moto-carrozzino a tre ruote ha fatto la stessa cosa al resto del pianeta, diventando alla bisogna taxi, negozio ambulante, spiaggetta, mezzo raccolta rifiuti e mezzo commerciale.
All’immensa galleria di varianti si aggiunge il “Super Auto”, modello dell’indiana “Montra Electric” messo sul mercato in tre allestimenti (ePX, ePV, ePV 2.0), che si differiscono per la copertura in tela o in metallo. Lungo 2,85 metri, largo 1,35 e alto 1,75, è omologato per quattro persone (tre dietro e guidatore davanti) e secondo i dati forniti dalla casa assicura 150 km di autonomia ad una velocità massima di 55 km/h, con tre modalità di guida (Eco, Drive, Power) e la chicca dell’assistenza al parcheggio con tanto di telecamera posteriore. Completano le dotazioni fari a Led, display interno Lcd, presa di ricarica per smartphone, freni idraulici con franata rigenerativa, sedile posteriore reclinabile. Il tutto a partire da 3.400 euro.
Ad alimentarla ci pensa una batteria agli ioni di litio da 48V con capacità di 7,66 kWh, a cui dal prossimo anno sarà aggiunto un sistema di ricarica fast a cui sono sufficienti 15 minuti per avere a disposizione il massimo della carica.
L’Ape Piaggio era nata come la costola “proletaria” della “Vespa”, il leggendario scooter destinato ad entrare nella storia del costume del nostro Paese. Questo perché l’Ape, celeberrima tre ruote marchiata “Piaggio”, era stata l’idea di Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio per colmare un vuoto di mercato e le esigenze di un Paese che faticosamente si stava rimettendo in moto usando i vecchi camion militari, lenti, costosi e fumosi.
Il “moto-furgoncino”, com’era definito nel 1948, anno di nascita, “è una macchina modernissima dal costo e i consumi assai limitati, alla portata dell’azienda modesta, ma concepita senza false economie”. Da allora, ne sono stati venduti circa 6 milioni di esemplari, molti dei quali ancora circolano in tutti e cinque i continenti.