Dal premio Nobel Giorgio Parisi a Luca Mercalli, 100 scienziati italiani hanno firmato quella che definiscono una lettera aperta che questa volta non è indirizzato ai politici, ma ai giornalisti: “Parlate delle cause della crisi climatica e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore”.
Che sia in atto un cambiamento del clima è sotto gli occhi di tutti. È sufficiente prendere come esempio i più recenti disastri che si sono abbattuti su zone del nostro Paese, mettendo spesso in ginocchio intere popolazioni, per capire che la situazione peggiora a vista d’occhio e il tempo sta finendo: o si agisce in fretta, o il destino dell’umanità sarà sempre più costellato da disastri, distruzioni e morte.
Quello che chiedono gli scienziati firmatari dell’appello (che pubblichiamo integralmente) è una corretta informazione: parlare di “maltempo” sminuisce la portata di quel che si è abbattuto sulla città di Milano poche notti fa, o ancora prima della devastante alluvione che ha colpito per giorni l’Emilia-Romagna. È più corretto, avvisano gli esperti, definirli per quello che sono: effetti dei cambiamenti climatici in atto.
“È come se nella primavera del 2020 i telegiornali avessero parlato solo di ricoverati o morti per problemi respiratori senza parlare della causa, il virus SARS-CoV-2, e della soluzione, i vaccini”.
Gli scienziati citano esempi pratici, come lo scorso mese di giugno, “a livello globale il più caldo da quando si registrano le temperature. Non sappiamo ancora quanti morti provocheranno le ondate di calore di quest’estate, ma sappiamo quanti ne ha provocati il caldo intenso di quella scorsa: più di 60mila nella sola Europa, 18mila nel nostro Paese, il più colpito”.
Tutto questo mentre la “Nasa”, affidandosi a calcoli matematici e statistici, lancia una previsione terrificante: il prossimo anno, le temperature estive saranno ancora più bollenti. Tutta colpa di El Nino, il fenomeno periodico legato all’incremento delle temperature nell’Oceano pacifico. “Ma fin quando continueremo a immettere gas serra nell’atmosfera, le temperature continueranno a salire”, ammonisce Gavin Schmidt, climatologo del “Goddard Institute for Space Studies” della Nasa.