Galleria fotografica

L’Impressionismo, com’è chiamata la corrente artistica che si è sviluppata in Francia nella seconda metà dell’Ottocento, è forse una delle più amate dal pubblico di ogni tempo. Forse perché istintivamente semplici da capire, basate su un raffinato studio della luce e del colore, le opere e gli autori di quel periodo compreso fra il 1860 e il primi anni del Novecento, sono potenti e iconiche anche quando non raccontano apparizioni divine come nel Neoclassicismo, ma semplici immagini di campagne, dove l’unica presenza a volte è un contadino, e neanche in primo piano. Gli Impressionisti furono una vera rivoluzione per il mondo dell’arte: si staccavano dalla rappresentazione del soprannaturale per dare importanza al momento, per quanto semplice fosse. Attimi di vita comune, a volte perfino banale, che coglievano con i loro cavalletti portatili, sistemati ovunque li colpisse un particolare o un paesaggio. Ma racchiudono anche un altro richiamo subliminale, non meno potente e capace di evocare il fascino di Parigi e dei suoi bistrot affollati da artisti che più della celebrità, negli scorci e nella vita della Ville Lumière cercavano ispirazione perdendosi nell’assenzio.

Con circa 300 opere di oltre 100 artisti apre a Torino la mostra “Impressionisti tra sogno e colore”, in programma dall’11 marzo al 4 giugno al Mastio della Cittadella-Museo Nazionale di Artiglieria. L’esposizione, prodotta da Navigare srl con il patrocinio del Comune di Torino e della Regione Piemonte con la collaborazione di AICS e Artbookweb, mira proprio a raccontare le origini e la storia del rivoluzionario movimento artistico che partendo dalla Francia avrebbe conquistato tutto il mondo, ritagliandosi un capitolo a sé nella storia dell’arte.

Per la prima volta in Italia, una mostra raccoglie opere rappresentative di tutti gli artisti partecipanti alle 8 mostre impressioniste, tenutesi tra il 1874 e il 1886, con un importante nucleo di dipinti, opere grafiche, studi preparatori, ceramiche e sculture, come esempio della ricchezza delle loro ricerche che, partendo dal classicismo di Ingres e attraversando il realismo di Courbet e la lezione dei “barbisonnier”, hanno portato alla nascita dell’Impressionismo e alla sua eredita.

Organizzata con il contributo di un comitato scientifico internazionale composto da Vittorio Sgarbi, Gilles Chazal (ex direttore del Petit Palais di Parigi), Maïthé Vallès-Bled, già direttrice del Museo di Chartres e del Museo Paul Valéry – Alain Tapié – direttore Collection Peintres en Normandie, Patrick Faucher e la curatela di Vincenzo Sanfo, la mostra è divisa in tre sezioni per individuare le origini, la varietà stilistica e gli sviluppi dell’Impressionismo.

La prima sezione, “Da David all’École de Barbizon”, è dedicata ai cosiddetti pre-impressionisti, con opere di 40 artisti tra cui spiccano il dipinto “Etude pour la mort de Sardanapale” di Delacroix, tre dipinti di Courbet, disegni, acquaforti e l’arazzo “Le seminatrici”, di Jean-François Millet, oltre ad una rarissima serie di Cliche-Verre di Corot e Daubigny che accompagnano disegni e dipinti dei protagonisti dell’Ecole de Barbizon, alla base della nascita del movimento.

La seconda sezione, “L’Impressionismo”, raccoglie oltre 150 opere dei circa 50 artisti che del movimento impressionista furono i protagonisti, con più o meno fortuna. Trovano posto dipinti, disegni, pastelli, acquerelli, sculture, xilografie e acqueforti di Degas, Pissarro, Cézanne, Gauguin, Manet e i piatti in ceramica decorati da Braquemond che tanto scalpore fecero all’esposizione Universale del 1889, decretando la nascita dell’Art Nouveau. Tra le opere in mostra “La Saone se jetant dans les bras du Rhône”, uno dei pastelli di Renoir più grandi esistenti al mondo, appartenuto alla collezione Beyeler, di cui il figlio Jean Renoir parla nelle sue memorie e si affianca ad altri splendidi dipinti di Manet, Monet, Vignon, Raffaelli, Forain, Desboutin, Somm e tra gli altri, uno splendido capolavoro di Pier Franc Lamy.

Infine, la terza sezione, “L’eredità dell’Impressionismo”, rappresentata attraverso le opere di artisti come Bonnard, Toulouse-Lautrec, Suzanne Valadon e il figlio Maurice Utrillo, Emile Bernard, Vlaminck e molti altri.

INFO PRATICHE

Impressionisti tra sogno e colore

Mastio della Cittadella-Museo Nazionale di Artiglieria

Corso G. Ferraris, 0 - Torino

ORARI:  lun-ven 9:30/19:30; sab, dom e festivi 9:30/20:30.

INGRESSO: intero 13 euro (feriali), 15 euro (weekend). Prevendita on-line: www.ticketone.it.

INFO: www.navigaresrl.com.