Anche se chi frequenta i mezzi pubblici avrebbe da ridire, viviamo in un’epoca in cui l’igiene regna sovrana. Tutti iper-puliti e profumati, non solo perché lavarsi le mani dopo il Covid è diventato un mantra anche per chi prima non lo faceva (o poco), ma perché l’igiene è una conquista sociale dell’Occidente che al di là del piacere della gradevolezza, tiene alla larga molte malattie.
Ma non tutte. Anzi, qualcuna prolifica proprio grazie all’eccessiva pulizia, mentre è provato che facendone a meno, almeno un po’, altri disturbi quasi non esisterebbero.
È il caso dell’asma, la malattia che infiamma i bronchi e provoca difficoltà nel respiro che, secondo dati recenti, colpisce il 5% degli italiani, di cui il 10% rappresentato da bambini.
Bene, cioè male, perché secondo diversi studi scientifici chi vive in un ambiente pulito è più a rischio di quanti, al contrario, vivono in campagna, meglio ancora se in fattorie dove non mancano stalle e animali, con tutti gli odori, gli olezzi e i profumi del caso. Sia chiaro, la causa della proliferazione dell’asma non è causata soltanto l’ossessione alla pulizia, ma anche l’uso eccessivo di antibiotici, che avrebbero fatto piazza pulita dei microbi necessari a tenere in allenamento il sistema immunitario e di conseguenza la sua capacità di reazione.
La scienza ha evidenziato da tempo che il sistema immunitario di bambini nati e cresciuti in campagna è molto meno soggetto a problemi respiratori di quanto non lo sia quello di loro coetanei cresciuti in città, costretti a respirare ben altro.
L’ipotesi è stata ripresa di recente da una ricerca della “Ghent University and Flanders Institute of Biotechnology”, in Belgio, che ha attribuito la causa ai “liposaccaridi”, altrimenti detti “endotossine”, i batteri che circolano nell’aria di campagna, creati dai residui del letame bovino e del foraggio. E per la prima volta, gli scienziati belgi hanno catturato il principale indiziato dell’infiammazione o meno dei polmoni: “A20”, un enzima completamente assente negli asmatici.
Sarebbe lui la causa della leggera e impercettibile infiammazione delle vie aree che può scatenarsi nelle aree rurali, ma che in realtà ha un ruolo benefico, perché ha il potere di allertare le difese immunitarie e predispone l’organismo alla difesa.
La tesi è stata validata da un test in laboratorio in cui alcuni topi fra le 6 e le 12 settimane di vita hanno ricevuto a cadenza fissa dosi di endotossine. Nella seconda fase del test, che prevedeva l’esposizione all’aria di una fattoria, i roditori hanno dimostrato una notevole resistenza all’asma. All’opposto, ad un’altra selezione di topini a cui non era stata somministrata la A20, l’organismo non è stato in grado di opporre alcuna reazione all’asma.