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La carriera agonistica di un atleta, in fondo non è molto diversa dal ciclo della vita: c’è un momento per crescere, uno per dare il massimo e un altro per capire che qualcosa è cambiato e non tornerà più. Ma quello che può sembrare un ragionamento scontato e banale è stato il fulcro di un’approfondita ricerca scientifica realizzata dall’Università di Waterloo, in Belgio, pubblicata sulla rivista “Significance”.

Lo studio si è concentrato sull’atletica leggera, specialità che racchiude diverse discipline come corsa, salto, lancio e prove multiple, partendo da una domanda: quale è l’età migliore di uno sportivo per raggiungere il picco delle prestazioni?

“A differenza di altri sport olimpici come il calcio e il tennis che hanno le loro competizioni di alto profilo al di fuori dei giochi, le Olimpiadi sono il palcoscenico più grande su cui competono gli atleti di atletica leggera – ha ricordato David Awosoga, principale autore della ricerca - dato che le Olimpiadi si svolgono una volta ogni quattro anni, gli atleti di atletica leggera devono considerare attentamente quando e come allenarsi per massimizzare la probabilità di qualificarsi per le Olimpiadi mentre sono al loro apice personale”. I loro programmi, come quelli di molti altri sportivi fra cui nuotatori o ginnasti, sono necessariamente pianificati su base quadriennale con tappe intermedie legate ad esempio alle qualificazioni ai Giochi, alle competizioni nazionali, continentali e mondiali.

Al netto di un allenamento costante e tanta disciplina, da mescolare con il necessario talento, il team di scienziati ha notato che a livello grafico la progressione della carriera di un atleta ricorda l’immagine di una campana, in cui la parte centrale è ovviamente quella del punto massimo, mentre ai lati salita e discesa rappresentano gli inizi e la fine della carriera. Ma la domanda iniziale, a quando punto, restava ancora senza risposta: quando si raggiunge il top?

I ricercatori hanno realizzato i dati sulle prestazioni di carriera anno per anno di ogni atleta di atletica leggera che ha gareggiato in un evento individuale a partire dalle Olimpiadi dai Giochi del 1996 di Atlanta. Cinque i fattori chiave passati al setaccio: genere, nazionalità, tipo di evento, da quanto tempo l'atleta si allenava a livello agonistico e se fosse o meno un anno olimpico.

I risultati hanno portato a scoperte interessanti: da 30 anni a questa parte, l'età media di partecipazione degli atleti di atletica leggera olimpica è costante sia per gli uomini che per le donne: poco meno di 27 anni, età che rappresenta anche l’età media del picco di prestazioni. “È interessante notare che la nostra analisi ha anche dimostrato come l'età media di picco per questi atleti sia 27 anni – prosegue Awosoga - dopo quella soglia, c'è una probabilità del 44% che il picco di un atleta sia ancora da raggiungere, ma la percentuale diminuisce di anno in anno, segno che il meglio è già passato”.

“L'età, tuttavia, non è l'unico fattore che determina il picco di un atleta - ha aggiunto Matthew Chow, coautore della ricerca - quel che è davvero entusiasmante è che abbiamo anche scoperto che sapere se si tratti di un anno olimpico aiuta effettivamente a prevedere la prestazione di un atleta”.

Naturalmente, precisa il team di ricerca, “Nessuno può cambiare l'anno delle Olimpiadi, la genetica o la propria nazionalità, ma al contrario chiunque può modificare i regimi di allenamento per allinearli meglio a fattori biologici ed esterni”.