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Sarà che sono cresciuti vedendo mamma (e papà) che lottavano strenuamente con i segni del tempo, ma la generazione “Millennials” - quelli nati fra l’inizio degli anni Ottanta e la metà dei Novanta – vivono con il terrore dell’inevitabile: invecchiare.

E come ogni paura che si rispetti, quando diventa virale allora guadagna una definizione e soprattutto si trasforma in un trend che spopola sui social. In questo caso si parla di “Baby Botox”, nel senso che la comparsa delle prime rughe di espressione suona come un campanello d’allarme a cui bisogna rispondere immediatamente e con polso fermo.

Secondo un recente sondaggio realizzato negli Stati Uniti, su un campione di 3000 donne dai 18 anni il 70% ha ammesso di utilizzare da tempo prodotti “anti-aging” con regolarità a livello preventivo. Un mania secondo gli esperti figlia degenere dei selfie, sempre più implacabili nel mostrare i dispetti del tempo.

E il mercato della cosmesi, sempre lesto a cogliere le sfumature della società, ne sta approfittando a mani basse con uno tsunami di prodotti a base degli ultimissimi ritrovati della scienza cosmetica, in grado soprattutto di ravvivare la pelle senza bisogno di ricorrere al bisturi del chirurgo plastico.

Il panorama dei Baby Botox racchiude “boost”, integratori e sieri vegetali dall’effetto botulino che rappresentano le nuove frontiere di una cosmesi sempre più green e meno invasiva, in grado di promettere miracoli attraverso l’uso costante di Acmella Oleracea, argireline e matrixyl, sostanze naturali che insieme alle ben conosciute collagene, acido iarulonico e retinolo attenuano le rughe rimpolpando i solchi, restituiscono elasticità e ravvivano il colorito. Per chi non si accontenta, sotto l’ombrello della definizione Baby Botox si nascondono anche le infiltrazioni di tossine botuliniche in dose alleggerite rispetto a quelle che in genere richiede il viso di una cinquantenne.

Ma il tutto, come già accennato, senza che nessun chirurgo si avvicini, per evitare il rischio di trasformarsi in quelle donne dello spettacolo ormai deformi (inutile fare nomi) che si pavoneggiano in televisione, forse convinte che nessuno se ne accorga.