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In un mondo pieno di gente che scalpita per diventare “uno che conta”, ha sempre stupito la scelta di artisti come “Banksy”, pseudonimo del celebre e misterioso esponente della “guerrilla art” che da sempre preferisce rimanere nell’ombra.

Ma anche il segreto sull’identità di Banksy potrebbe avere i giorni contati. Secondo un articolo del “Daily Mail”, l’artista sarebbe costretto a mostrarsi al mondo per rispondere davanti alla legge in una causa per diffamazione presentata all’Alta Corte di Londra dall’imprenditore musicale Andrew Gallagher, che accusa Banksy di spacciare per buone frasi come “il copyright è roba da perdenti”, salvo poi richiedere il “bollino UE” per certificare l’autenticità delle proprie opere, per altro negato da Bruxelles per via dell’anonimato.

Ma il dato più interessante è che alla sbarra sarebbero chiamati sia la “Pest Control Ltd”, la società che commercializza le sue opere, e un certo Robin Gunningham, 53enne di Bristol su cui da tempo le indiscrezioni hanno acceso i riflettori.

Il tabloid inglese, sguinzagliato sulle tracce del misterioso artista le cui opere valgono milioni di dollari, avrebbe scoperto diversi indizi che portano a Gunningham: genitori proprietari di una società di consulenza, appassionato d’arte fin dalla più tenera età, ha studiato alla “Queen Mary University” e addirittura, dai tabulati dei voli, molti dei suoi spostamenti coinciderebbero con la comparsa delle opere in diverse località del mondo.

Se tutto fosse confermato, il mito di Banksy perderebbe un po’ dello smalto conquistato agendo come una sorta di supereroe che colpisce di notte per regalare al mondo opere per lo più sovversive e spesso a sfondo satirico che sono atti d’accusa e di protesta contro la politica e la società. Banksy predilige muri di vecchie case e angoli per lo più anonimi, finora scelti fra gli Stati Uniti, Israele, Palestina e Bristol, quella che secondo diverse voci sarebbe la sua città d’origine, l’unico indizio che finora ha concesso al mistero della sua identità.

Sul suo conto nel tempo sono fiorite diverse supposizioni: c’è chi assicura che si tratti di una donna, chi invece è convinto che sotto il nome si celi un collettivo di artisti e ancora chi invece è certo di averlo individuato e lo descrive come un “giovane bianco di 28 anni circa, veste in modo trasandato jeans, maglietta, una catena al collo e un orecchino”. Indicazioni che non sono di grande aiuto: di gente così è pieno il mondo. Per finire con le voci che volevano si trattasse di Robert Del Naja, frontman della band “Massive Attack” o ancora del presentatore televisivo Neil Buchanan.

L’attività di Banksy inizia a Bristol verso la fine degli anni Novanta, spostandosi poco dopo a Londra: nel 2006 la prima mostra a Los Angeles, dove tre opere messe all’asta sono acquistate da Angelina Jolie. Una notizia che fa il giro del mondo, regalando a Banksy la celebrità improvvisa.

Ma lui non cambia cifra: continua a rimanere chiuso nell’anonimato più completo e anzi, quando può dimostra il proprio disprezzo per il commercio di opere d’arte. Nel 2018, “Girl with a Balloon”, una delle sue opere più celebri, battuta all’asta per un milione di sterline, si autodistrugge in diretta grazie ad un meccanismo inserito da Banksy nella cornice di cui nessuno sospettava la presenza.