Esiste una vasta letteratura un po’ feticista sui piedi di Barbie, iconico dettaglio della bambola più celebre del pianeta, costretta a camminare sulle punte per via di un corredo infinito ma pieno unicamente di scarpe con tacchi vertiginosi. Perfino Margot Robbie, nel trailer del celebre film diretto da Greta Gerwing del 2023 in cui interpreta la bambola, mostra il piedino arcuato scendendo dal letto: indizio talmente sufficiente per capire che si trattava di Barbie che a quel punto diventata quasi superfluo mostrare il viso.
Due anni fa, addirittura, era diventata virale una sfida social, la “Barbie Feet Challenge”, in cui bisogna sfilarsi le scarpe col tacco e restare quanto più possibile sulle punte dei piedi, in una posizione difficile da mantenere, almeno per chi non è avvezzo alla danza classica.
Ma il tempo passa, le mode cambiano e i piedi – inevitabilmente – si appiattiscono. Anche quelli di Barbie, come evidenziato da uno studio realizzato da Cylie Williams, docente alla “Monash University” di Frankston, in Australia, e riportato sulla rivista “Plos One”. In pratica dal 1959, anno di uscita della primissima Barbie, la Mattel ha introdotto varianti della bambola che messe una in fila all’altra smettono di essere un giocattolo per bambine per diventare il riflesso dei cambiamenti della donna all’interno della società, passata da semplice regina del focolare al women empowerment.
Uno studio chiamato “Feet” - che ha analizzato postura del piede, professione, grado di inclusività e decade di produzione - che sembra inutile ed effimero, ma che in realtà ha richiesto l’analisi dettagliata di 2.750 versione di Barbie prodotte tra il 1959 ed il giugno dello scorso anno. L’analisi, voluta per esplorare le correlazioni tra la postura dei piedi e l'equità, la diversità e l'occupazione di Barbie, ha svelato che la celebre posizione dei piedi da ballerina è calata nella produzione della bambina dal 100% dei primi anni al 40% degli anni recenti, mettendo fine ad assurdità come la Barbie costretta sulla sedia a rotelle, ma con ai piedi i soliti tacchi a spillo altissimi.
"Barbie sceglie sempre di più la postura e le calzature che meglio le consentono di essere parte attiva del mondo del lavoro, ma senza mai dimenticare l’attività fisica. La postura di Barbie è direttamente correlata all'uso di tacchi alti, ma ultimamente la scelta delle calzature è influenzata delle esigenze del ruolo che assume, fino ad arrivare all’esigenza di avere piedi normalmente piatti per poter indossare calzature basse”.
In pratica, più la Barbie faceva carriera in professioni impegnative, più i piedi si appiattivano per permettere stabilità, movimento e comodità. Al contrario dei primi anni, quando Barbie – qualsiasi cosa indossasse, dal camice del medico al costume da bagno – era costretta al piede “equino”. Molto, è facile supporre, era frutto delle precise indicazioni del marketing, secondo cui Barbie non doveva mai perdere neanche una stilla di femminilità, restando bella e impeccabile in ogni situazione per incarnare un ideale di donna che è ormai tramontato nel nome della praticità.
In fondo, un cambiamento epocale che lo stesso film del 2023 aveva intuito, mostrando Barbie con il volto di Margot Robbie in preda ad una vera crisi esistenziale scoprendo che i suoi piedi poggiavano per terra.