Il colore ufficiale di “Barbie” è il rosa. Ma non le mezzetinte come polvere, cipria, antico, sorbetto o albicocca. Quello suo è il rosa pieno, shocking, confetto, talmente acceso da cariare i denti soltanto a guardarlo.
Tutto, nella vita artificiale della bambola più celebre della storia, è tinto di rosa: abiti, accessori, automobili, piscine, scooter, camper e quant’altro con cui scelga di circondarsi.
Ed è proprio quel rosa ad essere diventato uno dei trend della stagione estiva, complice l’arrivo del primo film live action dedicato a Barbie, al suo mondo e all’immancabile fidanzato Ken. Interpretata da Margot Robbie e Ryan Gosling, la pellicola dovrebbe arrivare nelle sale italiane a fine luglio, in tempo utile per consacrare l’estate 2023 al Barbie-style e al suo mondo assai pink.
Nell’attesa, il fenomeno del “Barbiecore” dilaga assumendo le sembianze di una tendenza che filtra con il rosa tutto ciò che sfiora. Un fenomeno che non potremmo definire tale se in soccorso non fossero giunti, nell’ordine, migliaia di TikTok, altrettanti tutorial che spiegano come “barbizzare” il proprio outfit e, ultime ma non le ultime, la sfilata di star – uomini e donne - che sempre di più si mostrano sulle passerelle moltiplicando il rosa dalla testa ai piedi. All’appello, ormai, non manca davvero nessuno: le Kardashian, Hailey Bieber, Megan Fox, Chiara Ferragni, Harry Styles, Timothée Chalamet, Zendaya, Dua Lipa, Anne Hathaway e Brad Pitt.
Secondo gli esperti, storicamente il legame fra Barbie e il mondo della moda ha radici lontane, e tutti i più grandi stilisti a cui nel tempo la Mattel ha proposto una collaborazione hanno accettato, entusiasti all’idea di poter aggiungere una propria creazione all’armadio dell’iconica bambola simbolo di femminilità, come di mandare in passerella creazioni che richiamassero quel mondo così sfacciatamente felice da essere impossibile.
Barbie, insomma, va oltre l’essenza del giocattolo per bambine per diventare una tela a disposizione di chi ha qualcosa da aggiungere al mito della bambola portabandiera di un concetto che si fa sempre più strada nella società: il “kidult”, ovvero gli adulti che continuano ad essere legati ai giocattoli. Secondo “Bloomberg”, che nel 2021 aveva dedicato un’inchiesta al trend, assai vicino alla celebre “sindrome di Peter Pan”, il 65% di ultratrentenni aveva ammesso di aver acquistato per sé stessi nell’ultimo anno almeno un gioco.