Meno conosciuta e pericolosa della “Festa di San Firmino” di Pamplona, quella in cui bisogna correre davanti a decine di tori impauriti, la “Batalla del vino” è il vanto di Haro, 12mila abitanti, città de La Rioja, la regione vinicola spagnola.
Quello che per alcuni è un vero spreco di nettare sacro, diventa ogni anno il massimo divertimento per oltre 10mila persone che accorrono da tutte le parti del mondo per versarsi addosso litri e litri di vino rosso.
Secondo la tradizione, tutto nasce da un’antica rivalità fra gli abitanti di Haro e quelli di Miranda de Ebro, un paese vicino, finita a bottigliate. In modo meno violento, qualcuno decise che il 29 giugno di ogni anno l’avvenimento andava ricordato immolando quantità crescente di vino rosso locale, arrivato a 130mila litri nelle edizioni più recenti. Regole non ce ne sono: il vino può essere lanciato con qualsiasi cosa, dai secchi alle pistole ad acqua, dagli stivali usati come contenitore agli spruzzatori da giardino, e ancora taniche, bottiglie di plastica, sacchetti di plastica. L’importante è che nel giro di pochi minuti tutti i partecipanti – obbligatoriamente vestiti di bianco - siano tinti di viola.
Secondo la tradizione, le grandi anfore colme di vino pronto per la battaglia sono portate sulle scogliere di Bilibio alle 7 del mattino. Due ore dopo, il sindaco a cavallo guida la processione verso la Cappella di San Felices di Bilibio, patrono della città, a cui è dedicata tanto la festa quanto la Battaglia. Bisogna attendere la fine della messa in onore del Santo prima che il sindaco dia il via alle ostilità facendo esplodere un razzo. In media, fra le 10:30 e le 11 il vino è finito e tutti sono abbondantemente innaffiati. C’è il tempo di darsi una lavata e cambiarsi prima del pranzo previsto per le 12.
Non è andata sempre in modo così rilassato e tranquillo: per quanto antica e amata, la Batalla de Vino ha attraversato periodi storici in cui l’idea di farsi innaffiare dal vino rosso non era gradita, specie da parte delle donne vestite a festa. A sdoganare la notizia della curiosa battaglia enologica fu nel 1949 un articolo di un giornalista che raccontando la tradizione ha finito per incuriosire il resto del pianeta. Nel 1998, l’interesse e lil numero dei partecipanti in crescita costante hanno convinto le autorità a concedere alla Batalla de Vino il titolo di “festa di interesse turistico nazionale”, il massimo riconoscimento possibile in Spagna.
Dal 2004, si è anche pensato di organizzare una speciale versione della battaglia per i bambini, in cui il vino è sostituito da liquido rosso.
Eventi simili alla Batalla de Vino di Haro si svolgono in altre città spagnole come Jumilla, dove il 15 agosto di ogni anno si celebra la Grande Parata del Vino, in cui invece di essere disperso, il vino è distribuito tra i partecipanti. Sempre in Spagna, a Llamigo, ogni 9 settembre, durante i festeggiamenti in onore della Vergine di Loreto, si tiene una messa con processione, seguita da una corsa di cavalli e con il gran finale di una battaglia del vino molto simile a quella di Haro.