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Non avrà le rivelazioni shock del libro del principe Harry, e non farà tremare nessuna monarchia, ma le memorie di Pamela Anderson, l’ex bagnina che ogni spiaggia del mondo avrebbe voluto, sono comunque destinate a fare rumore.

Il suo memoir, “Love, Pamela”, in uscita a fine gennaio, non nasconde nulla sull’infanzia difficile e gli amori turbolenti, a cominciare dal più celebre, quello con Tommy Lee, batterista dei Mötley Crüe, un rapporto burrascoso e carnale che grazie alle riprese rubate da un muratore è finito in un sex tape pirata che ha fatto il giro del mondo.

Fra i cinque matrimoni di Pamela, quello con Tommy lee resta il più tormentato: i due si sposano nel 1995, quattro giorni dopo essersi conosciuti, e divorziano tre anni e due figli dopo. In mezzo di tutto, al punto da meritarsi una serie tv “Pam & Tommy”, che la Anderson non ha mai nascosto di aver gradito poco. E probabilmente ancora meno, visto che nel 1998, grazie ad una telefonata di Pam alla polizia, rimedia anche una denuncia per violenza domestica, condita con sei mesi galera.

Eppure, nelle pagine delle sue memorie, l’ex bagnina ammette che quella con Tommy è forse l’unica volta in cui si è “innamorata per davvero”. Con buona pace di ex mariti ed ex fidanzati, che comunque meritano qualche riga. Nel 2006 sale sull’altare con il cantante Kid Rock, ma il matrimonio dura pochi mesi, da agosto a novembre. Nel 2007 è il turno di Rick Salomon, un produttore cinematografico che molla un anno esatto dopo, per poi risposarlo nel 2014 senza specificare la data, salvo annunciare meno di 12 mesi dopo il nuovo divorzio.

Si arriva al gennaio 2020, quando sulla spiaggia di Malibu, Pam diventa consorte di Jon Peters, un altro produttore, da cui divorzia 12 giorni dopo. Nel dicembre dello stesso anno arrivano le nozze con Dan Hayhurst, una delle sue guardie del corpo: nel gennaio 2022 i due annunciano la separazione.

Canadese, classe 1967, padre di origini finlandesi e madre con discendenze russe, Pam racconta di un’infanzia difficile in cui è vittima di abusi: prima le molestie della sua babysitter, quindi lo stupro a 12 anni da un uomo e per finire la violenza di gruppo dell’ex fidanzatino di allora e di sei suoi amici.

Cercando di ricostruire un’esistenza trova lavoro come istruttrice di fitness a Vancouver quando, nel 1989, mentre era sugli spalti, fra il pubblico del “BC Place Stadium” per seguire una partita di football, viene inquadrata sul maxischermo mandando l’intero impianto in visibilio. L’azienda che produceva la birra impressa nella sua maglietta le propone un contratto come testimonial, ed è il via ad una carriera che neanche lei si aspettava.

Il passaggio, per una donna bella, solare e procace come lei, le vale la prima copertina su “Playboy”, soltanto la prima di altre 12 volte, e diversi ruoli come modella. Quando sbarca a Los Angeles, non ci mette molto a rimediare il ruolo di C.J. Parker nella serie tv “Baywatch”, interpretato per cinque stagioni, sufficienti per trasferirla direttamente nei sogni proibiti del genere maschile. Nel 1997 abbandona il cast, convinta di aver messo ormai da parte notorietà sufficiente per conquistare le colline di Hollywood. Ma non va così: film, telefilm e serie in cui compare più o meno scollacciata, non riusciranno neanche lontanamente a toglierle l’immagine dell’ex bagnina con il costume rosso da cui tutti avrebbero voluto essere salvati.

Grande amante degli animali, vegetariana prima e vegana poi, nel 2006 fa scandalo quando accetta di posare nuda per i manifesti di una campagna contro l’uso delle pellicce voluto dalla “PETA” People for the Ethical Treatment of Animals”.

Oggi, ammette Pam nel documentario Netflix “Pamela Anderson, a love story”, che accompagna l’uscita del libro, “Ho una vita più romantica adesso che sono sola, rispetto a quando avevo una relazione”. Vive in un’ex fattoria di Vancouver in compagnia di cinque cani, e aspetta ancora di trovare l’amore con la A maiuscola.