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In sordina, zitti zitti, i cinesi non smettono di stupire. Almeno in parte tramontata l’epoca dei modelli fotocopia su cui niente potevano perfino la legge e copyright, adesso la parola d’ordine del dragone è stupire per conquistare i mercati. E per arrivare a tanto non bastano le utilitarie scatoletta da città, servono passaggi che spalanchino le mascelle al resto del mondo.

Si prenda ad esempio la “BYD Auto”, produttore di Shenzhen, nel Guangdong, che fedele all’acronimo del proprio nome (BYD, ovvero Build Your Dreams, costruisci i tuoi sogni), ha creato il luxury brand “YanWang” per affidargli la “U9”, una sorta di razzo interplanetario su ruote che come il Suv U8 al momento è destinato solo al mercato cinese. Al momento.

In vendita a 1 milione tondo di Yuan, più o meno 130mila euro, la hypercar con gli occhi a mandorla che sogna di prendere a sportellate il marchio “Tesla” è dotata di 4 motori elettrici da 326 CV cadauno, per un equivalente di 1.304 CV, con una batteria con celle LFP (litio-ferro-fosfato) da 100 kW/h che assicura 700 km di autonomia, anche se calcolati sul ciclo di omologazione cinese, meno arcigno di quello occidentale.

Tutto questo per superare la soglia psicologica dei 300 km/h, con picco da 0 a 100 in 2 secondi. Lunga quasi 5 metri (4,96), larga 2,02 e alta 1,29, con passo di 2,9 metri, la U9 per di più non è neanche un peso piuma, visti i 2.475 kg a secco e senza guidatore.

Tra le squisitezze tecniche le sospensioni a controllo elettronico “Disus-X”, sistema che distribuisce confort, sicurezza e feeling di guida rendendo ogni sospensione controllabile singolarmente attraverso tre diversi controlli: “Damping Body Control System”, “Intelligent Hydraulic Body Control System” e “Intelligent Air Body Control System”.

Tecnicamente, la U9 è una coupé due porte forte di un design estremo e sinuoso, con modanature nere che fanno da contrappunto alla carrozzeria creando un effetto “bicolore” decisamente efficace.