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Secondo quanto riporta il “Sole24Ore”, Telecom avrebbe deciso di smantellare le 16.73 tra cabine e chioschi telefonici che ancora resistono in ogni angolo d’Italia. Mandate in pensione dall’avvento della telefonia mobile e da una recente decisione dell’Agcom, che ha tolto al gestore nazionale l’obbligo di garantire il servizio pubblico, cabine e postazioni spariranno definitivamente dai paesaggi urbani entro la fine del 2023, con tre anni di anticipo sulla data fissata. A salvarsi saranno i 1.801 telefoni pubblici che ancora si trovano fra ospedali, carceri, caserme e rifugi alpini.

Una fine sottolineata da dai alle indagini su consumi e comportamenti: alla prima categoria appartiene la consapevolezza che la copertura radiomobile abbia ormai raggiunto il 99,2% del Paese, mentre le indagini sono tutte sul tono di quella realizzata di recente dall’Istat, secondo cui il 91,8% degli interpellati per comunicare utilizza uno smartphone, il 43,3% un PC e il 27,2% il tablet. In compenso, secondo le statistiche Telecom, dal 2018 al 2021 ogni cabina è stata usata per 118 chiamate all’anno, una ogni tre giorni.

Proprio l’Italia, era uno dei Paesi europei con la maggiore presenza di chioschi e cabine: una ogni 458 abitanti che negli anni precedenti al 2010 assicuravano un traffico annuale di 96milioni di chiamate, calate dell’80% nel giro di una manciata di mesi.

In qualche modo si chiude un’epoca, ma secondo qualcuno potrebbe aprirsene un’altra: nel Regno Unito, la protesta contro la graduale scomparsa delle tradizionali e coreografiche “red telephone boxes” ha convinto le autorità a utilizzarle come alloggiamento per i defibrillatori pubblici.

La prima cabina telefonica pubblica era stata brevettata nel 1889 dall’inglese William Gray, dopo aver vagato per il vicinato in cerca di un telefono da cui avvisare i soccorsi per la moglie che stava male. In Italia, la novità sarebbe arrivata parecchio tempo dopo: la prima cabina era stata installata nel febbraio 1952 in piazza San Babila, a Milano.

Dal gettone telefonico con le due scanalature (utilizzato anche come forma di pagamento corrente), la rivoluzione italiana è il passaggio alle monete e alle carte prepagate, per arrivare alle versioni più recenti che accettavano bancomat e carte di credito.