Galleria fotografica

Promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e realizzata in collaborazione con Cinemazero, la mostra Tina Modotti. L'opera, a cura di Riccardo Costantini, racconta una delle figure più rilevanti della fotografia del XX secolo, nata a Udine nel 1896 e migrata con la famiglia prima in Austria e poi in America. Modotti si appassiona di fotografia grazie all'incontro con il fotografo Edward Weston, con cui partirà per il Messico, Paese dove affina tecnica e stile realizzando "fotografie oneste", libere da virtuosismi, prediligendo l'immediatezza senza rinunciare alla sperimentazione.

Nel corso della sua carriera, Modotti crea una forma inedita di documentazione sociale-antropologica accompagnata da forti rimandi politici, come negli scatti dedicati alla fiera bellezza delle donne di Tehuantepec (Messico) del 1929. Attrice, modella, attivista, autrice di saggi, pittrice e fotografa, la vita di Tina Modotti è scandita da continui cambiamenti fino alla morte nel 1942 in Messico.

È difficile scindere l'arte della fotografa dalla sua vita a cavallo tra due guerre, in otto paesi, parlando cinque lingue differenti, e proprio per questo la mostra di Torino si concentra sull'intensità della sua produzione, cercando di tralasciare la parte biografica. Le 300 fotografie esposte, provenienti da ricerche e prestiti da ben 32 archivi da tutto il mondo, raccontano la poliedricità, le peculiarità artistiche, l'indole curiosa, partecipe e libera di Modotti, che nel corso di una breve ma intensa carriera è riuscita a catturare in ritratti di vita quotidiana l'intensità e i contrasti dei mondi che ha attraversato, raccontando l'ingiustizia, il lavoro, l'attivismo politico, la povertà, le contraddizioni del progresso e del passaggio alla modernità.

La mostra è importante anche dal punto di vista documentale, perché raccoglie materiali inediti, video, riviste, documenti, ritagli di quotidiani, ritratti dell'artista e fotografie che riscostruiscono anche la prima e unica esposizione che Tina Modotti realizzò nel 1929, importante testimonianza dell'arte della fotografa.

La mostra, inoltre, include un percorso di opere visivo-tattili accompagnate da audiodescrizioni che approfondiscono lo stile e la storia. La selezione comprende sia alcune delle immagini più note sia alcuni scatti meno conosciuti del lavoro dell'autrice.

Fino al 2 febbraio 2025, la Project Room di CAMERA ospita Mimmo Jodice. Oasi, esposizione realizzata in collaborazione con la Fondazione Zegna.

Mimmo Jodice, attivo sin dagli anni Sessanta, è uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana e internazionale a cavallo tra XX e XXI secolo. Dalle sperimentazioni degli esordi alla fotografia di impronta sociale degli anni Settanta, fino all'attenzione nei confronti del paesaggio, la sua arte si è evoluta con straordinaria coerenza e profondità di pensiero e visione.

Curata da Walter Guadagnini con la collaborazione di Barbara Bergaglio, la mostra presenta per la prima volta 40 immagini appartenenti alla più ampia serie realizzata dal fotografo napoletano tra il 2007 e il 2008 per una committenza ricevuta da Fondazione Zegna: uno straordinario corpus in cui ritrovare tutta la poetica di Jodice, la sua capacità di trasformare la realtà naturale o artificiale in una visione metafisica, sospesa nel tempo e nello spazio. Jodice ha fotografato tre luoghi chiave di quest'area: lo stabilimento del Lanificio Ermenegildo Zegna, la villa del fondatore e la grande Oasi naturalistica. I grandi e modernissimi macchinari industriali si alternano agli arredi classici della villa, le montagne ai tetti degli edifici, in un gioco continuo di tempi, spazi e forme. Il percorso espositivo prosegue a Trivero (Biella), dove negli spazi del Lanificio Ermenegildo Zegna e di Casa Zegna sarà esposta una selezione di quattro stampe di grandi dimensioni della stessa serie.