Per gli architetti di ogni tempo, Carlo Scarpa è stato un idolo anche perché in realtà non era un architetto, la laurea gli sarebbe arrivata honoris causa poco dopo la morte in Giappone a 72 anni per un banale incidente sulle scale dell’hotel dove alloggiava.
Ma neanche la mancanza del “pezzo di carta” era mai riuscito a fermarlo: direttore creativo della vetreria “Venini” di Murano, collaboratore fisso della Biennale di Venezia, Scarpa era ossessivamente convinto che nessuna delle sue opere fosse mai veramente finita. Una mente geniale e visionaria, come da tradizione accompagnata da quel pizzico di follia in grado di renderla unica, inimitabile e inconfondibile.
Proprio l’ultimo aggettivo, “inconfondibile”, ha messo il sospetto a Jessica Vincent, una tranquilla signora 44enne appassionata di oggetti vintage di Hanover, Virginia, che passeggiando per sua città era rimasta colpita dalla vetrina di un negozio di beneficenza dove fra miriadi di oggetti spiccava un vecchio vaso ricoperto di forme e colori psichedelici, quelli che andavano forte negli anni ’60.
Attirata dal costo, appena 4 dollari, decide di acquistarlo, ma nei giorni successivi inizia a rendersi conto che quello non era un semplice vaso dipinto da un artigiano hippy, ma con un po’ di fortuna poteva essere un’opera d’arte di qualche maestro vetraio finita chissà quando e come in Virginia.
Per scoprire di avere ragione è stata sufficiente qualche ricerca su internet, imbattendosi nelle opere realizzate da Carlo Scarpa negli anni in cui riversava tutta la sua fantasia nei vetri di Murano. Il vaso, per essere precisi, faceva parte di una collezione chiamata “A pennellate”, con chiaro riferimento ai colori che lo ricoprono. Una serie di vasi assai delicati di cui restano pochissimi esemplari gelosamente custoditi da collezionisti.
A confermare l’autenticità sono stati prima due consulenti, quindi Richard White, proprietario della casa d’aste “Wright Auction House” che ha stimato un valore compreso fra 45mila e 73mila euro anche perché il vaso, in modo quasi incredibile, aveva resistito al tempo e a chissà quanti viaggi senza neanche riportare una riga, una crepa o una scalfitura che ne avrebbe ridotto notevolmente il valore.
Ma per sperare di arrivare al massimo della cifra a Jessica serviva un altro colpo di fortuna, che è regolarmente arrivato: battuto all’asta, il vaso di Scarpa ha cambiato proprietario per 97mila euro, finendo nella collezione di un ricco signore europeo grande appassionato di vetri antichi.