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Siamo un paese di “caffettari”: ogni giorno, da Nord a Sud, gli italiani trangugiano 9,3 milioni di tazzine di caffè. Ma rispetto ad un anno fa, il rito della “tazzulella” sta iniziando a diventare dispendioso.

Secondo una ricerca realizzata da “Assoutenti”, l’espresso al bar tocca prezzi sempre più alti che in alcuni raggiungono le due cifre rispetto al 2021. Il prezzo medio nazionale ha infatti sfondato la soglia di 1,10 euro (due anni fa era 1,038), ma dati alla mano, è ormai difficile rintracciare un bar che lo venda a quel prezzo, specie nei centri delle grandi città. Un ritocchino che si traduce in una spesa pari a 720 milioni di euro all’anno in più registrata nel giro di due anni appena.

Per l’associazione dei consumatori la palma del caro caffè spetta al Trentino Alto Adige, dove la tazzina al banco ha raggiunto 1,25 euro, appena un centesimo in meno a Cuneo, e 1,20 in buona parte dell’Emilia Romagna, al contrario con crollo verticale del prezzo a Messina, che mette a segno un incredibile 0,89 euro, seguita a ruota da Napoli (0,90) e Catanzaro (0,92).

“Nei mesi scorsi avevamo denunciato i primi ritocchi dei listini del caffè nei bar italiani: i numeri ufficiali confermano l’allarme e il trend al rialzo, che oggi sfiora una media annua del +6%, è destinato a proseguire nei prossimi mesi – afferma il presidente di Assoconsumatori Furio Truzzi – a generare i rincari da un lato il caro-bollette, che impone maggiori costi energetici agli esercenti poi scaricati sui consumatori finali attraverso i prezzi al dettaglio, dall’altro le tensioni nelle quotazioni delle materie prime, che hanno portato a rincari per beni come caffè e zucchero. A fare le spese di tale situazione sono i consumatori, considerato che in Italia si consumano ogni giorno 9,3 milioni di tazzine di espresso al bar”.