Una giornata intera dedicata al “Baratuciat”, un antico e raro vitigno un tempo coltivato in Valle di Susa, oggi riscoperto e rivalutato, che si sta facendo sempre di più conoscere e apprezzare per le sue straordinarie attitudini viticole ed enologiche. L’appuntamento per “Baratuciat, vitigno in cam(m)ino tra Valsusa, Langhe e Monferrato” è per domenica 23 luglio al Castello di Camino, in provincia di Alessandria.
La giornata si aprirà alle 10:30 con una breve presentazione del Baratuciat, della sua storia e delle sue caratteristiche. Seguirà una Master class dedicata a questo vino nelle sue diverse tipologie (spumante, bianco fermo, passito) e sfumature, legate soprattutto ai differenti territori di coltivazione (Valsusa, Monferrato, Langhe). Guiderà l’enologo Gianpiero Gerbi.
Dalle 12 alle 19 banco di assaggio nel salone delle feste del castello, con la possibilità di degustare i vini Baratuciat dei produttori in tutte le sue differenti tipologie. Dalle 12:30 alle 19 possibilità di abbinare ai vini uno spuntino monferrino, da consumare sulla terrazza del castello.
Mercatino del Baratuciat
Ingresso al castello,15 euro, con degustazioni libere al banco di assaggio, visita ai saloni principali, al parco e alla terrazza del castello. Si potranno inoltre acquistare i vini direttamente dai produttori. Per partecipare alla masterclass è necessaria la prenotazione, fino a esaurimento posti: telefono +39 342 562 2632, email agr.dellavalle@gmail.com. Costo per la masterclass (comprensivo dell’ingresso al castello e degustazioni libere): 20 euro.
La storia del Baratuciat
Tutti i testi e gli studi sul Baratuciat sono stati fatti dagli ampelografi piemontesi Anna Schneider e Stefano Raimondi (IPSP-CNR). Nessun sinonimo vero e proprio, anche se, nelle zone ove era tradizionalmente presente, i viticoltori locali ne ricordano varianti del nome anche piuttosto distanti, come “Bertacuciàt”, o “Berlu ‘d ciàt”. Si sono trovati riferimenti storici risalenti alla fine del 1800, per un “Berlon ‘d ciat bianco”. La prova della sua presenza nell'area compresa tra la Bassa Valle di Susa e la pianura limitrofa è rappresentata da un documento redatto dalla Commissione ampelografica della Provincia di Torino inserito nel “Bullettino Ampelografico” del 1877, dove al fascicolo VIII viene citato un vitigno indicato come “Berlon ‘d ciat bianco”, presente in piccole proporzioni nel comune di Villarbasse.
Attualmente il vitigno si ritrova in ceppi sparsi nei vecchi vigneti dei comuni di Villarbasse, Buttigliera e Almese ed è stato oggetto di un lavoro di studio e caratterizzazione sia agronomica che enologica. L’analisi con marcatori molecolari del DNA non ha evidenziato alcuna corrispondenza genetica con altri vitigni dell’Italia nord occidentale. Una certa vicinanza genetica è invece emersa tra Baratuciàt e Cascarolo, un vecchio vitigno di uva bianca che pare geneticamente importante per l’evoluzione dell’assortimento varietale piemontese.
Il Baratuciàt, vitigno dal precoce ciclo vegeto-produttivo, presenta un elevato vigore e una produttività media; generalmente richiede una potatura lunga per via della scarsa fertilità delle gemme. Tuttavia non è particolarmente esigente dal punto di vista dell’ambiente e delle pratiche colturali da adottare: il germogliamento, che avviene precocemente (contemporaneo al vitigno Arneis), lo espone al rischio di gelate tardive, pertanto se ne consiglia l'impianto in terreni ben esposti e non soggetti al fenomeno dell'inversione termica, abbastanza frequente nelle vallate alpine. Il Baratuciàt è piuttosto resistente alle principali patologie fungine, mentre in primavere piovose e fredde può andare incontro al fenomeno della colatura, benché in genere la produzione risulti costantemente buona. Talvolta il vigore può essere eccessivo e, soprattutto in giovani impianti, l'entrata in produzione risulta ritardata.
È un’uva dotata di una spiccata acidità e per questo si adatta molto bene alla produzione di basi spumante. Il vino si presenta generalmente di colore giallo paglierino scarico con gradevoli tonalità verdi, con un profumo intenso caratterizzato da note prevalenti di mela verde e ananas, e sentori di eucalipto e fieno. Al sapore il prodotto risulta molto interessante e importante, equilibrato e con buona dotazione acida. La resistenza delle uve alle muffe lo rende idoneo anche all’appassimento, per la produzione di vini passiti.