A volte gli amori finiscono, e la sofferenza che si portano appresso certe esperienze sconfina ovunque, o quasi, perché le questioni di vita privata non rientrano mai nei contratti collettivi di lavoro. Così, chi è triste stringe i denti, soffre in silenzio e va avanti fino all’ora della bollatrice, quando finalmente è libero di annegare qualche notte fra foto e malinconie.
È una regola che vale ovunque nel mondo, tranne un unico posto: il “Century Plaza Hotel”, un tre stelle di Cebu City, nelle Filippine, a poca distanza dai quattro più grandi ospedali della città, come spiega il sito ufficiale. Ma non è questo è il motivo che ha spinto Ricardo Dublado, amministratore delegato del complesso alberghiero, a concedere ai propri dipendenti un benefit che a quanto è dato sapere, non ha eguali al mondo: cinque giorni di congedo retribuito per chi ha problemi d’amore.
Ma siccome in giro c’è gente che pur di stare a casa è pronta a inventarsi la fine di una storia a settimana, la regola consente di prendere il permesso una sola volta all’anno, e per di più se il problema avviene con una persona diversa. In pratica, chi ha rapporti traballanti che si trascinano da anni provi a risolverli in altro modo, ma senza pretendere nulla dall’ufficio del personale.
Ma come ha raccontato lo stesso Dublado nel corso di un’intervista, l’idea dei cinque giorni di congedo causa pene d’amore gli è scattata quando lui stesso, ferito per una storia arrivata al capolinea, ha faticato non poco a concentrarsi sul lavoro mentre la testa combatteva con la tristezza. Era il 2018, e ha giurato a sé stesso che avrebbe aiutato tutti i dipendenti che da quel giorno in poi avrebbero privato le stesse inquietudini concedendo loro cinque giorni, da lui stesso valutati nel “tempo necessario per far guarire un cuore infranto”. Tanto, esattamente com’era successo a lui, andare a lavoro ed essere distratti e svuotati non serve a nessuno.
A proposito, oggi Ricardo Dublado è felice, ha un nuovo amore che fila via liscio come il vento, ma non dimentica quel che ha vissuto. E soprattutto non dimentica mai di avere a disposizione cinque giorni, nel caso tutto andasse male.