Da millenni, l’uomo (e anche la donna, per carità), cerca di capire i meccanismi del clima trasformandoli in previsioni. Va da sé che ancora oggi, malgrado i satelliti e una tecnologia sempre più sofisticata, azzeccarci non è cosa affatto semplice, anche per via delle variazioni climatiche capaci ormai di scatenare disastri in modo improvviso e imprevedibile mettendo in ginocchio intere zone.
Secondo gli esperti, la probabilità di errore delle previsioni meteo aumenta con l’aumentare dell’arco di tempo analizzato: significa che prevedere se fra 15 giorni ci sarà sole o pioggia è tecnicamente impossibile. Proprio per questo, la meteorologia moderna sta tentando di dotarsi di sistemi in grado di fornire previsioni sempre più precise e calibrate.
Una delle soluzioni più recenti, presentata sulle pagine di “Nature”, arriva dall’Italia, più precisamente dai ricercatori del “CMCC” (Centro Mediterraneo per i cambiamenti climatici): si chiama “VHR-Pro_IT” (Very High-Resolution PROjections fot ITaly) ed è un tool digitale open access che assicura proiezioni del clima con risoluzione di 2,2 km circa.
Nessuna magia improvvisa, si tratta di quelli che gli esperti definiscono “GMC”, ovvero i modelli climatici globali, l’unica strada percorribile – combinati con i dati attuali - per tentare di comprendere dinamiche ed evoluzioni del clima, resi possibili dall’aumento della potenza di calcolo digitale messa a disposizione dal “Galileo 100”, supercomputer voluto dalla UE. Al momento, l’applicazione alle previsioni del tempo arriva ad una proiezione che si ferma al 2050 e con il limite della bassa risoluzione spaziale, in uno spazio compreso fra 200 e 500 km.
“Questo lavoro rappresenta un primo insieme di dati ad altissima risoluzione per il territorio italiano - ha commentato il CMCC - lo intendiamo come un primo passo utile verso ulteriori ricerche. In Italia pioverà meno spesso, ma in modo più pesante.