Galleria fotografica

Anche i ricchi piangono, si sa, ma la differenza è sempre la stessa: un conto è annegare la tristezza nel vino della casa, magari in caraffa, e un altro spegnere le malinconie fra le bollicine di uno champagne d’annata millesimato. Una certa differenza la fa.

Ora, non è bene chiaro dove si annidi il problema, ma sta facendo il giro del mondo una notizia che fino ad una manciata di mesi fa sembrava impossibile: le vendite di champagne stanno crollando ovunque, in modo inesorabile.

Che questo voglia dire meno tristezza fra i ricchi non è plausibile, ma secondo i dati più recenti del “Comité Champagne” – associazione di categoria che riunisce 16mila viticoltori e 320 maison produttrici - per le nobili bollicine francesi il 2024 si è chiuso con una mazzata epocale: 271,4 milioni di bottiglie, ovvero il 9,2% in meno rispetto al 2023. Del venduto, più di 118 milioni di bottiglie sono rimaste in Francia, ovvero il 7,2% in meno del solito, cifra che certifica incertezze e difficoltà politiche ed economiche che il Paese transalpino fatica a lasciarsi alle spalle, in aggiunta ai problemi che attanagliano le economie mondiali come guerre, crisi e inflazione. Chiudendo la tempesta perfetta con l’avvento di fenomeni meteorologici estremi come caldo rovente estivo e gelate precoci in inverno, che hanno ridotto drasticamente i raccolti dei viticoltori.

“Lo champagne – si legge nel comunicato di Maxime Toubart, presidente del Syndacat General des Vignerons – è un vero e proprio barometro del sentimento dei consumatori. E questo non è il momento di festeggiare con l’inflazione, i conflitti, l’incertezza economica e un atteggiamento politico attendista in alcuni dei principali mercati dello Champagne, come la Francia e gli Stati Uniti”.

Una situazione che il colosso francese del lusso “LVMH” – polo di cui fanno parte Louis Vuitton e Moët & Chandon - aveva capito fin dalla metà dello scorso anno che il 2024 sarebbe stato un anno difficile, per non dire orribile. “Lo champagne è associato alla festa, alla felicità. Forse l'attuale situazione globale, sia essa geopolitica o macroeconomica, non spinge le persone a rallegrarsi e ad aprire bottiglie”, aveva preventivato Jean-Jacques Guiony, Chief Financial Officer di LVMH.

Manca all’appello un dettaglio che forse innervosisce troppo i francesi per essere preso in considerazione: l’aumento esponenziale di vendite di prosecco e crémant, prodotti meno pretenziosi dai prezzi decisamente più popolari.