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Non c’è molto da stare allegri, perché una preoccupante avvisaglia di quello che potrebbe accadere nella patria della libertà e della democrazia è passata alla storia: il 6 gennaio del 2021, quando i sostenitori di Donald Trump – sconfitto alle elezioni da Joe Biden – prendono d’assalto il Palazzo del Campidoglio, sede del Congresso degli Stati Uniti.

Il punto estremo di un’America che ha smarrito sé stessa, ferita dall’interno da disuguaglianze sempre più marcate, un razzismo palpabile, povertà sempre più diffuse, una politica più distante e sondaggi secondo cui il 43% dei cittadini pensa che una guerra civile sia possibile nel giro di un decennio, e per questo corre ad armarsi per difendere casa, famiglia, stalla e confini di casa propria a colpi di fucili mitragliatori. Nel 2021, tutto si era chiuso qualche ora dopo con 4 morti, 52 arresti, un morto e 13 feriti. Ma poteva andare molto peggio.

Ed è proprio a quel peggio, senza fare alcun riferimento all’Assalto a Capitol Hill, che prende spunto “Civil War”, pellicola distopica ambientata in un non meglio precisato futuro in cui negli Stati Uniti scoppia la guerra di secessione, la seconda dopo quella del 1861.

Diretto da Alex Garland, che in realtà ha ammesso di aver iniziato a scrivere la sceneggiatura nel 2020, nei mesi della pandemia, il film sta scatenando forti polemiche in America, con accuse al regista di non aver voluto affondare il coltello nella piaga, parlando delle forze che in silenzio continuano a dilaniare il Paese, come la promessa lanciata da Trump, “Se perdo sarà un bagno di sangue”, affidando alla trama lo scontro due fazioni che non esistono: i Lealisti, alleanza che raccoglie i cittadini di Florida del Sud, forze secessioniste occidentali californiane e del Texas, e il Nuovo Esercito Popolare del Nord-Ovest. Ma altri, fra cui il “New York Times”, hanno invece lodato l’idea, perché è sufficiente tenere alta l’attenzione mostrando in anticipo ciò che potrebbe succedere, e molto, molto prima della fine del decennio.

Un war movie quindi, raccontato attraverso gli occhi della celebre fotoreporter Lee Smith (Kirsten Dunst), che insieme ai colleghi Joel (Wagner Moura), Sammy (Stephen McKinley Henderson) e la giovane fotografa Jessie (Cailee Spaeny), sceglie di attraversare il Paese, le insidie e i pericoli nascosti per andare a Washington e raccogliere l’ultima intervista del Presidente in carica (Nick Offerman), un mezzo dittatore psicotico giunto al terzo mandato per cui è del tutto superfluo azzardare somiglianze.

Il loro diventa un viaggio fra violenze, crudeltà, follia, devastazioni e morte, raccontato attraverso una costruzione narrativa chiara che alterna un momento tragico collettivo con i dubbi che iniziano a farsi strada in ognuno dei protagonisti. Ma è un film che fa paura, non per via del sangue e delle scene truculente (che non mancano), ma perché mostra cosa potrebbe succedere con il crollo dell’Impero americano, costruito ad arte sulla bandiera a stelle e strisce, le ali di pollo fritte e i pugni di Rocky Balboa.

Il film immagina, con un terrore crescente, le conseguenze umane della perdita dell’idea condivisa di una nazione: un’America in cui, dopo che il tessuto della società è stato lacerato, resta solo l’individuo e il suo implacabile istinto di sopravvivenza.

“C’è una frase famosa e vera come non mai: se dimentichi la storia, sei destinato a ripeterla. Quanto basta per capire che nessuno e nessun Paese è immune da tutto questo”, ha dichiarato il regista.

LA TRAMA

In un’America sull’orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità.

CAST TECNICO

Regia – Alex Garland

Sceneggiatura – Alex Garland

Prodotto da Andrew McDonald, Allon Reich, Gregory Goodman

Produttori esecutivi – Timo Argillander, Elisa Alvares

Direttore della fotografia – Rob Hardy, ASC, BSC

Scenografia – Caty Maxey

Costumi – Meghan Kasperlink

Montaggio – Jane Roberts, SC

Musiche – Ben Salisbury, Geoff Barrow, Rancine Maisler, CSA

Un’esclusiva per l’Italia di Leone Film Group, in collaborazione con Rai Cinema

Distribuzione – 01 Distribution

Uscita nelle sale - 18 aprile

CAST ARTISTICO

Presidente – Nick Offerman

Lee – Kirsten Dunst

Joel – Wagner Moura

Dave – Jefferson White

Tony – Nelson Lee

Bohai – Evan Lai

Jessie – Cailee Spaeny

Sammy – Stephen McKinley Henderson

Concierge – Vince Pisani

American soldier – Justin James Boykin

Eddie – Edmund Donovan