È un destino a doppio binario quello dei Suv. Fin dal loro esordio, quando qualcuno pensò di inventare un nuovo filone automobilistico ingentilendo i fuoristrada duri & puri, sono finiti a diventare il simbolo dello spreco e dell’inquinamento.
Eppure, malgrado la natura li avessi creati alti, grossi, robusti e almeno all’inizio dotati di motori assetati e rimpinzati di cavalleria, gli Sport Utility Vehicle hanno resistito, diventando uno dei pochi segmenti in grado di regalare un sorriso ai marchi automobilistici. Nel tempo, potenze e perfino la trazione integrale – quella che in origine doveva essere la dotazione minima – sono scomparse gradualmente, quando è diventato chiaro a tutti che ai percorsi di montagna e le vallate innevate, la gente preferiva al massimo i vialetti con ghiaia delle discoteche o l’asfalto drenante delle tangenziali.
Ancora oggi è onestamente difficile trovare qualche marchio che in gamma non abbia almeno un paio di Suv: uno più “urban”, da città, e un altro grosso, da diporto autostradale.
Ma l’anatema non è finito, anzi. A Bruxelles, dove non sono mai stati visti di buon occhio, la battaglia contro i Suv, sta riprendendo vigore.
Vista l’evidente pericolosità in caso di collisione, vista la stazza, si fa strada l’idea di considerarli un tipo di vettura che merita una legislazione a sé. In pratica, l’idea su cui lavorano a Bruxelles sarebbe quella di vietare i Suv ad automobilisti poco esperti, che per diventarlo dovrebbero sottoporsi ai corsi per ottenere una patente speciale.
La proposta della nuova legge, giusto per fare nomi e cognomi, è di Karima Delli, francese, presidente della Commissione Trasporti UE nonché eurodeputata dei Verdi – Alleanza Libera Europea. E mai passasse, per mettersi alla guida di veicoli con peso superiore a 1,8 tonnellate occorrerebbe una patente B+, concedibile oltre i 21 anni e con almeno due anni di esperienza alla guida.
“I Suv sono più soggetti a collisioni rispetto ai veicoli leggeri e secondo le statistiche raddoppiano i rischi di morte in caso di collisione con pedoni e ciclisti. Lo scorso anno circa 20mila persone sono morte sulle strade dell’UE, per questo affrontare il problema è di fondamentale importanza”.
L’idea ha già scatenato le ire dei rappresentanti di diversi Paesi, primi fra tutti i tedeschi – i cui marchi producono buona parte dei Suv in circolazione – che hanno bollato la proposta come “priva di senso”.
Ma non basta, perché la signora Delli si batte anche da tempo per arrivare ad sistema di patenti di guida europeo, con inedito sistema di punti valido sulle strade di tutta la UE.