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Signori, si chiude: da oggi in poi digiuno e silenzio. Se il pianeta in cui viviamo potesse parlare, reagirebbe così alla data del 15 maggio, quella che segna l’Overshoot Day per l’Italia.

In pratica, il giorno in cui il nostro Paese termina le risorse naturali dell’anno e da qui in poi erode quelle che dovrebbero rappresentare le scorte future. Considerando che non siamo neanche alla metà dell’anno non è un bel primato, eppure c’è chi fa peggio di noi. Ad esempio gli Stati Uniti, il Canada, gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita e il Qatar, uno dei peggiori, che segna l’Overshoot Day addirittura a febbraio. Ma messi male sono anche numerosi nostri partner europei come Belgio, Danimarca e Finlandia, che hanno esaurito tutto lo scorso marzo, Austria, Norvegia e Irlanda che hanno varcato la soglia ad aprile, mentre Germania, Svizzera, Francia, Portogallo e Spagna ci affiancano nel mese di maggio.

L’Overshoot Day, il punto di pareggio è calcolato dagli anni Settanta ogni 12 mesi dal Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che segnala ad ogni Paese gli strumenti per migliorare il punto di rottura ambientale. Il calcolo viene fatto tenendo conto di diversi fattori come domanda, popolazione e risorse, da dividere per la biocapacità del nostro pianeta e i 365 giorni dell’anno.

Per abbassare la soglia, altre soluzioni non esistono se non quelle di diminuire i consumi, fare a meno quanto più possibile degli imballaggi, prestare attenzione al consumo dell’acqua e all’efficienza dei sistemi di riscaldamento, muoversi usando mezzi pubblici e mangiare meno carne. Cose che gli esperti ripetono da anni, per lo più inascoltate o quasi.

La ricerca, una sorta di registro delle entrate e delle uscite del pianeta, sottolinea che più di 3 miliardi di persone vivono in Paesi che producono meno cibo di quanto consumano, uno squilibrio che si ripercuote direttamente sull’accesso al cibo di altri posti del mondo meno fortunati, dive per altro vive il 73% della popolazione mondiale.

L’appuntamento è al prossimo 5 giugno, l’Overshoot Day dell’intero pianeta Terra. Solo per capirci, lo scorso anno era il 28 luglio. Significa che allo stato attuale, servirebbero 2,7 pianeta Terra da sfruttare, pur di soddisfare tutte le nostre richieste.

L’ultima domanda, la più pericolosa di tutte è ogni anno la solita: è troppo tardi per reagire? La risposta è no, spiega il sito del Global Footprint Network lasciando un minimo di speranza: “Il passato non determina necessariamente il futuro. Ma le nostre scelte attuali sì”.