Riconoscere e dare un nome ai defunti, anche se scomparsi da tempo, è un atto di dignità, umanità e rispetto per chi non c’è più ma anche di conforto per chi resta, un aiuto per superare il dolore di una perdita.
È questa la missione di Cristina Cattaneo, l’anatomopatologa più famosa d’Italia, volto noto dei media e punto di riferimento di inquirenti e procure con i quali ha collaborato per alcuni dei casi più ostici degli ultimi anni: Elisa Claps, Stefano Cucchi, Yara Gambirasio…
Due lauree, un master e una carriera internazionale, la celebre antropologa forense e medico legale è anche professore ordinario di Medicina Legale all’Università degli Studi di Milano e direttore e anima del LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell'Università degli Studi di Milano). Nel 2017 le è stato conferito il titolo di Commendatore della Repubblica italiana. È autrice di numerosi libri, tra cui Crimini e farfalle. Misteri svelati dalle scienze naturali (con M. Maldarella, Cortina, 2006), Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo (Cortina, 2018, vincitore del premio Galileo 2019 e tradotto in numerose lingue), Corpi, scheletri e delitti (Cortina, 2019).
Giovedì 25 gennaio (alle 17:45) Cristina Cattaneo incontrerà il pubblico di GiovedìScienza in un appuntamento dal titolo A tuo nome. Identificare i morti per pensare ai vivi, moderato dal giornalista e divulgatore scientifico Gianluca Dotti.
Un incontro intenso che partirà dal racconto di come Cristina Cattaneo e il team del LABANOF siano riusciti a identificare i resti dei migranti vittime dei naufragi del 2013 e 2015. Da qui un confronto sull’importanza di dare un’identità e un nome ai defunti attraverso un processo di studio e ricerca che si avvale delle più avanzate tecniche scientifiche. Un modo per dare dignità ai morti e forza a chi resta.