Non poteva che fare rumore, molto, l’inchiesta realizzata dal “New York Times” in occasione di San Valentino, la festa degli innamorati secondo la tradizione, l’ennesima occasione per andare “in bianco” per il celebre quotidiano.
Partendo da un sondaggio del “General Social Surney”, ben noto istituto di ricerca che da sempre analizza comportamenti e mutazioni della società statunitense, la scrittrice e sessuologa Magdalene J. Taylor, ha firmato l’inchiesta “Have more sex, please” sulla rubrica “Opinion” partendo da un dato raggelante: più di un quarto degli americani non fa sesso neanche una volta all’anno. E molti adulti conclamati non l’hanno mai fatto in vita loro.
Un dato che si era già fatto preoccupante nel 2020, quando la pandemia e il lockdown avevano messo in pausa giocoforza gli svolazzi di lenzuola, mandando in frantumi centinaia di migliaia di rapporti. Ma da allora, invece di suonare la carica con lo scampato pericolo, le cavallerie statunitensi sono rimaste dentro il ranch. Per dirla come piacerebbe a loro.
Secondo la Taylor, al di là del dato in sé, sta diventando preoccupante l’approccio sempre più disinteressato al sesso delle nuove generazioni, che malgrado abitudini e costumi molto più rilassati rispetto al passato, il buon vecchio e sesso non sembra rientrare tra i loro interessi primari. Lo dimostrano i dati appena citati, che scendendo nel dettaglio dei milioni di americani in astinenza volontaria, svela che il 30% è rappresentato da uomini con meno di 30 anni, l’età che sarebbe tra le migliori per esperienza e forza propulsiva, addirittura il triplo del 2008.
“Negli anni ‘90 - scrive Taylor - quasi la metà degli americani faceva sesso una volta o più a settimana, ora non si arriva al 40%. E non è soltanto il sesso ad essere diminuito, ma calano anche i rapporti sentimentali e le convivenze. E si trascorre meno tempo con amici e partner”.
Quella che si va delineando, secondo la Taylor, è un’umanità sempre più affetta da solitudine, che preferisce chiudersi in casa e affidare tempo libero e fantasia a byte e algoritmi. “L’epidemia di solitudine può diventare un problema sociale, ma può essere risolta, almeno in parte, nelle singole camere da letto: quelli di noi in grado di fare più sesso dovrebbero farlo. Il sesso non è l’unica forma di interazione umana appagante e certamente non è un balsamo per la solitudine in tutte le forme, ma dovrebbe essere visto come una parte fondamentale del nostro benessere sociale”.