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Per iscriversi alla “Mensa” non serve essere presentati da amici influenti, non è necessario credere che la Terra sia piatta o che gli Ufo siano già tra noi, e nemmeno sborsare somme da capogiro per avere la tessera Gold che dà diritto all’aperitivo in terrazza. Eppure gli iscritti alla Mensa sono pochissimi, soltanto il 2% della popolazione mondiale che può dimostrare un Quoziente Intellettivo più alto della media, pari a 148 nel test ideato dallo psicologo inglese Raymond Bernard Cattel o 132 in quello di Stanford-Binet.

Nel tempo, ne hanno fatto parte Arthur C. Clarke, l’autore di “2002 Odissea nello Spazio”, gli attori Sylvester Stallone, James Woods, Steve Martin e Geena Davis e l’ex stella dell’hard Asia Carrera. In Italia, fra i più noti associati c’è il regista torinese Giulio Base.

E il termine Mensa, che nella vita di tutti i giorni indica l’area dove le aziende forniscono i pasti ai dipendenti, in questo caso deriva dal latino e fa riferimento ad una tavola rotonda in cui tutti i membri sono uguali e con pari dignità e diritto. Come nella leggendaria tavola rotonda intorno a cui Re Artù radunava i suoi cavalieri.

Per entrare nella Mensa bisogna avere compiuto almeno 16 anni, ma non sempre la regola vale, come nel caso di Teddy Hobbs, originario di Portishead, contea del Somerset, in Inghilterra, accolto nel ristretto numero di iscritti malgrado l’età: 4 anni.

Ne aveva tre e mezzo quando è stato sottoposto al test di ingresso per la Mensa: con 139 punti ha convinto l’organizzazione a infrangere il proprio regolamento scegliendo di iscriverlo d’ufficio, quando in genere nei casi di bambini particolarmente dotati assicura soltanto il proprio supporto esterno.

Teddy è nato da fecondazione in vitro, tanto da mettere il dubbio a mamma Beth e papà Will, 31 e 41 anni, che nella clinica della fertilità sia andato in scena qualche pasticcio. “Non sappiamo come abbia fatto a venire fuori così. Io e mio marito scherziamo sempre dicendo che al dottore dev’essere sfuggita un’iniezione di qualche tipo. Lentamente si sta rendendo conto di essere più dotato degli altri bambini e da grande vuole fare il dottore perché all’asilo gioca sempre a guarire i suoi giocattoli con il suo miglior amico”.

Teddy a due anni leggeva da solo “Harry Potter” e contava fino a 100 in sei lingue diverse, fra cui gallese, francese, spagnolo e tedesco. Abilissimo nelle ricerche su “Google”, all’incirca ogni due mesi sceglie un nuovo argomento su cui applicarsi: dalle tabelline alle mappe geografiche o le lingue. E all’inizio, i suoi genitori ci hanno messo un po’ a capire che loro figlio non stava emettendo suoni disarticolati, ma contava in cinese mandarino.

Ovviamente, la priorità di Beth e Will è di garantirgli un’infanzia normale, senza accusare il peso di essere considerato un “genio”, malgrado qualche segnale di diversità Teddy inizi a coglierlo da solo, scoprendo ad esempio che la maggior parte dei suoi compagni di asilo non sanno ancora leggere e contare. Per loro, la mensa continuerà ad essere solo la stanza dove vanno a fare la pappa.Teddy Hobbs