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Signore e signori benvenuti: da oggi inizia il vero anno nuovo. Il 18 gennaio è considerato il primo giorno di libertà, quello che segue il 17 gennaio, tradizionalmente considerato il “Ditch New Year’s Resolution Day”: ovvero il giorno in cui si abbandonano ufficialmente tutti i buoni propositi legati alla fine dell’anno, il periodo in cui ci si ripromettono un sacco di cambiamenti che poi, regolarmente, sono pochi quelli che riescono a fare.

C’è di mezzo l’ingordigia con cui si stilano le liste dei buoni propositi, zeppe di obiettivi onestamente difficili da centrare con le sole proprie forze. Ma attenzione, perché secondo gli esperti la faccenda non è affatto da considerare una sconfitta, anzi, l’elenco dei buoni propositi non è altro se non una fonte di ansia, stress e frustrazione che riempie di aspettative le speranze di un anno nuovo che sia realmente zeppo di cambiamenti epocali. Quindi viva il 18 gennaio, il primo giorno di libertà, data che non è inserita in nessun calendario e priva di qualsiasi base scientifica, ma convenzionalmente adottata perché distante a sufficienza dall’eccitazione del capodanno.

Sulla questione, la divisione americana di “Forbes” aveva dedicato un ampio studio che arrivava all’amara conclusione con la forza dei numeri: 8 persone su 10 – in pratica l’80% - abbandona nel giro di pochi giorni i buoni propositi di fine anno, ma di questi solo il 55% è disposto ad ammettere di aver rinunciato.

Per contro, l’elenco è un’abitudine solo per il 38% degli intervistati, con un conseguente 62% che non ci pensa nemmeno a mettere nero su bianco ciò che deve o dovrebbe fare nel nuovo anno. Fra le motivazioni svetta la perdita della spinta iniziale (35%), l’essere troppo occupato per pensarci (19%), l’aver cambiato idea (18%) e la mancanza di supporto o aiuto da parte delle persone care (11%).

Il consiglio per il prossimo anno, a patto di tenerlo a mente per i 12 mesi che mancano alla nuova lista dei buoni propositi, è di darsi obiettivi fattibili, concedendosi il privilegio del dubbio quando si esagera.