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Nessuno avrebbe scommesso un dollaro sulla salute di Donald Gorske, per tutti “Big Man”, eppure lui ce l’ha fatta, arrivando a soffiare su 70 candeline. Il problema, o meglio la sua passione, si chiama “Big Mac”, il panozzo più celebre di “McDonald’s” addirittura eletto a simbolo del capitalismo americano e utilizzato come indice internazionale per confrontare il costo della vita.

Una botta da 540 calorie per volta (nella versione statunitense), di cui l’ex agente penitenziario in pensione dal 2011 è diventato letteralmente dipendente, al punto da entrare più volte nel “Guinness dei Primati” grazie ad una montagna fatta da 34mila panini mangiati in 50 anni di onorato lavoro mascellare. Detto in altro modo: 4.600 calorie e 247 grammi di grassi al giorno, per un totale di 143.100 calorie e 7,7 kg di grasso ogni mese.

Tutto inizia nel 1972, quando Gorske ha 18 anni e per festeggiare la sua prima auto decide di concedersi un hamburger al McDonald’s di Fond du Lac, in Wisconsin, nei pressi di casa sua. Ne mangia tre, ma non gli bastano: torna indietro più volte e a fine giornata arriva a mangiarne 12. La sua vita è cambiata per sempre: entrato nel tunnel, inizia a consumarne una media di 8,5 al giorno, mettendone insieme 265 ad un solo mese di distanza. Li accompagna con un bicchiere di Coca-Cola, che aiuta la digestione, ma per non appesantirsi raramente si concede le patatine fritte.

Quando Don cresce diventa un omone di 1,88 m per 84 kg che va avanti così per 52 anni, con il Big Mac in cima al suo regime alimentare, e quando la sua storia al limite dell’incredibile esce dai confini del Wisconsin Don appare nei documentari “Super Size” Me (2004) e “Don Gorske: Mac Daddy” (2005).

All’inizio, per testimoniare il suo record, Don teneva tutte le scatole di Big Mac che mangiava nel bagagliaio della sua auto, ma ben presto conservarne migliaia è diventato impensabile. In compenso, nel giardino di casa conserva una statua di Ronald McDonald, il clown mascotte del colosso dei fast-food a cui è legato da una fedeltà assoluta: in tanti anni solo una volta, ha svelato, si è concesso “Whopper” di Burger King. Era il 1984, primo e unico “tradimento” all’amore incondizionato verso McDonald’s che ha coinvolto perfino Mary, sua moglie, conosciuta nel parcheggio di un fast-food e sposata a patto che il suo menù di nozze fosse a base di Big Mac.

Nel 2003, quando entra per la prima volta nel libro dei record, Gorske ingurgita 741 Big Mac all’anno, con una media di 2,03 al giorno e nessun problema di sorta, come testimonia il suo colesterolo, fermo stabilmente a quota 140. Nel tempo, ha ammesso un disturbo ossessivo compulsivo che lo porta ad annotare meticolosamente l’indirizzo e conservare lo scontrino di ogni McDonald’s in cui si è fermato in vita sua per placare la voglia di Big Mac. L’unico momento dell’anno in cui sgarra, concedendosi più panini del solito è sotto Natale, quando la sua famiglia mangia i menù della tradizione e lui non molla, affondando le mandibole negli amatissimi panini.

In tanti anni, soltanto otto volte è stato costretto a rinunciare alla dose quotidiana di Big Mac: il primo quando è morta sua mamma, il secondo durante un Giorno del Ringraziamento, senza riuscire a trovare un McDonald’s aperto e il resto nei giorni in cui era costretto a rimanere al lavoro oltre la mezzanotte. Da allora, ha pensato di organizzarsi con “scorta di emergenza” di Big Mac nel congelatore.

L’hamburger numero 30mila lo ha celebrato il 4 maggio del 2018: secondo i calcoli di una rivista locale, significa aver mangiato 2.700 kg di vitello, più o meno una decina di capi, e speso all’incirca 80mila dollari.

Il 17 maggio del 2022 ha festeggiato 50 anni ininterrotti di Big Mac dal lontano 1972. E proprio in questi giorni, ha soffiato sulle 70 candeline raggiungendo la soglia di 34.000 Big Mac. Ora punta agli 80, mettendo in fila 40mila panini.