I turisti sono una fortuna in termini economici, ma una iattura in quelli pratici: lo sanno bene gli spagnoli, che da tempo protestano sulle invasioni barbariche di gente in pinocchietto e infradito che porterà anche soldi, ma cambia la vita di chi ci vive quando è ora di affittare o comprare casa, come di andare al ristorante o entrare in spiagge che un tempo erano gestite dalla natura e oggi hanno il DJ set dal mattino a notte fonda.
È la bellezza (si fa per dire) dell’overtourism, modo esotico di indicare il sovraffollamento dei turisti, con flussi che come confermato dalla “World Travel and Tourism Council” sono ormai tornati abbondantemente ai livelli pre-pandemia. Un fenomeno a cui si sta affiancando molto lentamente un altro trend: le “dupe destination”, ovvero le “destinazioni copia”, meno battute dai tour operator, più alternative e spesso perfino assai più economiche, dettaglio che non guasta mai.
La piattaforma “CamperDays” ha studiato un piccolo elenco di mete che nulla hanno da invidiare ad altre più gettonate. Ad esempio, invece di puntare sulla solita Barcellona, bellissima e straordinaria capitale della Catalogna ma in estate ridotta spesso a bolgia invivibile, il consiglio degli esperti è di puntare su Girona, città conosciuta ma molto più tranquilla ed economica in cui non mancano nemmeno le leggendarie “Rambla”, la movida notturna e la tipica architettura colorata spagnola. Così per la Francia, per cui vale il consiglio di evitare il sovraffollamento di Parigi optando per un giretto a Lione, città assai sottovalutata dal turismo che invece un centro storico patrimonio dell’Unesco ed è attraversata da ben due fiumi, il Rodano e la Saona, con una penisola in cui aggirarsi tra splendidi palazzi antichi, boutique, caffè, locali e teatri.
Il discorso vale anche per la Polonia, che ha Cracovia come città più gettonata dal turismo, che tuttavia snobba quasi del tutto Breslavia, una città ricca di edifici storici tenuti in perfetto stato, parchi pubblici e 100 ponti sul fiume Oder che regalano panorami da cartolina.
Spostandosi ancora più a nord, gli esperti consigliano di evitare i prezzi e le folle che si accalcano a Dublino per dirigersi verso Galway, centro noto per la vivace vita notturna, con strade pittoresche in cui ascoltare la tipica musica irlandese sorseggiando una pinta di birra scura. Galway, in più, è una delle tappe della “Wild Atlantic Way”, con 2.500 km la strada costiera più lunga del mondo, disseminata di scogliere, piccoli borghi, spiagge selvagge e locande con il tetto in paglia.
Uno dei sogni di viaggio più ricorrenti è l’Islanda, difficile da raggiungere e discretamente cara. Una copia fotostatica, molto meno impegnativa, sono le Isole Shetland, in Scozia: 1.600 km di costa, con percorsi per cicloturismo, escursioni a piedi o con il kayak in mezzo ad una natura ancora selvaggia.
Chi invece è in partenza per l’Australia, farebbe bene a considerare Perth invece della battutissima Sydney. Malgrado siano parecchio distanti, le due città somigliano parecchio tra loro, con spiagge bianche e immense, arte, spettacoli della natura ed un costo della vita decisamente meno “assetato”. Per finire con gli States, altra meta che attira gli europei come una calamita e che ha in Las Vegas una delle città da includere in qualsiasi “american tour”. La “capitale di ogni peccato” vale sicuramente la visita, ma mettendo in conto certezze come prezzi adeguati al luogo per mangiare e soggiornare negli immensi alberghi dello “Strip”, il lungo corso su cui si affacciano tutti, uno dopo l’altro. L’alternativa, in questo caso, è rappresentata da Atlantic City, nel New Jersey, altra città del vizio più famosa un tempo che comunque conserva lo stesso principio di Las Vegas: una lunga infilata di hotel-casinò, forse un po’ meno coreografici ma sicuramente molto più sobri. Da non sottovalutare anche un dettaglio che soprattutto d’estate fa la differenza: mentre Las Vegas sorge in mezzo al deserto (con tutto quello che comporta in fatto di temperature), Atlantic City si affaccia sull’Atlantico, il che garantisce colonnine di mercurio meno assassine.