Fra un anno circa gli Stati Uniti saranno al voto, e al momento la scelta si limita fra il presidente uscente Joe Biden, sempre più “felice e confuso”, e Donald Trump, l’intrallazzone che ama buttare tutto in rissa. Non che ci sia da stare allegri, dicono sondaggi che raccontano lo sgomento crescente degli statunitensi di fronte a due candidati fuori tempo limite, ed entrambi imbarazzanti anche se per motivi diversi.
Ma da qui a un anno potrebbero spuntare dal nulla degli outsider, a volte addirittura insospettabili. Il nome di uno, in particolare, si ripete con insistenza da qualche mese, malgrado all’apparenza sia quanto più distante dalla politica ci possa essere: Dwayne The Rock” Johnson.
Il monumentale ex wrestler conquistato da Hollywood per trasformarlo in un moltiplicatore di successi & incassi. Classe 1972, 192 centimetri di muscoli per 118 kg, californiano con discendenze samoane, a rendere felice The Rock, ci sarebbe un patrimonio personale stimato da “Forbes” in 270 milioni di dollari e il titolo di “uomo più sexy del mondo”, eppure anche lui ha un tormento che gli toglie la pace: candidarsi alla Casa Bianca.
Tutto inizia lo scorso anno, quando un sondaggio che chiedeva a 30mila americani chi avrebbero voluto come prossimo presidente, il 46% aveva fatto il suo nome senza tentennare: The Rock. E lui, colpito e affondato da tanta fiducia, aveva commentato la faccenda sui suoi canali social restando in bilico fra l’ironico e il possibilista: “Dubito che i padri fondatori abbiano mai immaginato che un uomo alto più di un metro e novanta, calvo, tatuato, mezzo afroamericano e mezzo samoano, amante della tequila e dei pickup un giorno avrebbe potuto entrare a far parte del loro club. Ma se mai dovesse succedere, sarebbe un onore per me servire il popolo americano”.
Da lì, ha confidato The Rock qualche giorno fa nel corso di un’intervista, il suo telefono ha iniziato a squillare con insistenza, chiamato da esponenti Democratici e Repubblicani in egual misura per sapere se davvero sarebbe disposto a scendere in campo, perché secondo loro potrebbe farcela davvero. “È successo tutto all’improvviso, e i partiti sono venuti da me uno dopo l’altro. Mi hanno presentato il sondaggio e lunghe ricerche che dimostravano come avrei avuto buone possibilità di vincere. Ma ho rifiutato perché quello non è un mio obiettivo e se devo dirla tutta, non sopporto molti aspetti della politica”.
Eppure, malgrado quella che sembra una resa, continuano a circolare voci insistenti che potrebbero vederlo nel ruolo di outsider fra la coppia di attempati e impresentabili Biden-Trump, a scompigliare quella che sembra la resa dei conti quattro anni dopo, e soprattutto una commedia già vista e francamente un po’ nauseante.
In fondo, The Rock non sarebbe affatto il primo attore a saltare la barricata della politica. A cominciare da Ronald Reagan, eroe dei film western diventato il 40esimo presidente americano, a Clint Eastwood, per un paio d’anni sindaco di Carmel-by-the-Sea, affascinante cittadina californiana dove risiede, per finire la breva carrellata con Arnold Schwarzenegger, ex mister universo che nel 2002 stravince la corsa per la poltrona di Governatore della California ma è costretto a fermare le ambizioni perché nato in Austria, fuori dagli Stati Uniti, dettaglio che la Costituzione americana pretende dal curriculum del presidente.