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Se la carta stampata è in crisi, le edicole sono in agonia. Trovarne una aperta al di fuori dei centri commerciali (e nemmeno tutti), è ormai un’impresa. Un’estinzione su larga scala che secondo stime attendibili dal 2019 ad oggi ha portato alla chiusura 2.700 edicole su tutto il territorio nazionale, passate dalle 36mila di vent’anni fa agli 11mila punti vendita aperti attualmente.

Torino non è da meno: in città ci sono 334 chioschi, la maggior parte adibiti a edicole (113), una parte a bar e ristoro (106), 23 fiorai e altri 85 destinati a vendite in genere. La maggior parte di questi, è sotto gli occhi di tutti, sono ormai chiusi da anni, diventati strutture fatiscenti abbandonate all’incuria e al degrado, ormai ricettacolo di rifiuti.

Secondo una recente ricognizione del Comune, dei 334 chioschi 7 sono di proprietà comunale, mentre i restanti sono concessioni di suolo pubblico rilasciate a privati.

I chioschi sono stati realizzati negli anni con il permesso di costruzione associato alla concessione del suolo pubblico, concessioni disposte a titolo precario senza alcun termine di durata della concessione stessa. Una situazione che ormai non è più conforme alle più recenti normative, tantomeno coerente con le esigenze di ordine e decoro urbanistico, dal momento che molti risultano non più utilizzati e spesso chiusi da tempo, altri risentono di condizioni di manutenzione incompatibili con il riutilizzo e altri ancora, pur impiegati, scarsamente attrattivi.

“La Città è chiamata - dichiara l’assessora Nardelli - ad adottare iniziative concrete per superare una situazione ormai cronicizzata e lo fa con un approccio graduale che parte dal dichiarare l’accessione al patrimonio comunale dei chioschi inutilizzati, abbandonati o comunque non rivendicati, prosegue con l’avvio delle procedure ad evidenza pubblica aventi ad oggetto la concessione del diritto di superficie, per concentrarsi in un secondo momento sulla tutela dell’affidamento dei chioschi regolarmente attivi nel rispetto della normativa vigente”.

Le procedure riguarderanno quindi solo le aree di insistenza dei manufatti per i quali, al momento della pubblicazione, sia già stato assunto un procedimento di revoca o di decadenza. L’aggiudicatario conseguirà la proprietà temporanea dell’area e potrà utilizzare il chiosco garantendone manutenzione e funzionamento per l’intera durata del contratto. Invece per quei chioschi che, dopo le verifiche sul piano tecnico-manutentivo, risulteranno in stato di obsolescenza, sarà definito un piano di abbattimento sostenibile e compatibile con le risorse comunali.