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Uno dei settori che più si sente vulnerabile di fronte all’avanzare dell’Intelligenza Artificiale è quello della musica. Le infinite possibilità offerte dalla tecnologia significano il rischio tangibile di occasioni per fare soldi da parte di gente senza scrupoli, pronta a clonare e moltiplicare la voce e l’immagine di star del cinema e della musica, anche quelle scomparse da tempo. Gli esempi di “deepfake”, con pubblicità finite online che sfruttano l’immagine (non autorizzata) di personaggi celebri, sono all’ordine del giorno, e nei tribunali americani le cause da discutere ormai non si contano neanche più.

Per mettersi al riparo, prevenendo prima di curare, il Tennessee è il primo Stato al mondo ad aver pensato all’ELVIS Act, una legge che tuteli i propri artisti, non a caso battezzata evocando il più grande di tutti i tempi: il re del rock’n’roll, diventato un caso emblematico dopo la sua morte, quando si scatenò una lunga battaglia legale sullo sfruttamento dell’immagine che costrinse i legislatori a creare una legge secondo cui “i diritti soggettivi costituiscono diritti patrimoniali e sono liberamente cedibili anche in licenza, e non si estinguono con la morte dell’individuo”.

In realtà in questo caso si tratta della fortunata coincidenza di un acronimo (Ensuring Likeness Voice and Image Security), e nasce per tutelare artisti e personaggi pubblici made in Tennessee, Stato americano che fra Nashville e Memphis è stata la culla di stelle della musica come Aretha Franklin, Justin Timberlake, Dolly Parton, Johnny Cash e Miley Cyrus.

L’ELVIS Act, che entrerà in vigore il prossimo 1° luglio, rende più attuale il “Personal Rights Protection Act”, una legge varata nel 1984 a cui il governatore del Tennessee Bill Lee ha voluto mettere mano, che si limitava a tutelare nome e immagine degli artisti.

Rispetto ad altri Paesi, negli Stati Uniti, la presenza ingombrante dell’IA nel mondo dello spettacolo è particolarmente sentita, come dimostra il lunghissimo sciopero dello scorso anno tenacemente portato avanti da autori, sceneggiatori e attori che pretendevano tutele e garanzie e ha finito per mettere in ginocchio l’industria cinematografica di Hollywood.