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La ragazza della foto in apertura si chiama Erica Marsh: bionda, occhi azzurri, vive a Washington ed è un’ex studentessa della “Tree Hill High School” che durante il primo e il secondo anno ha ricoperto il ruolo di presidente del consiglio di classe. Al terzo ha perso le elezioni scolastiche contro Brooke Davis, un’avversaria molto più popolare di lei. Una lezione di vita che Erica ha imparato ma che alla fine si è rivelata altrettanto fortunata: non più costretta a dividersi fra gli studi e le riunioni, ha provato l’ebrezza delle feste e conosciuto l’amore. Un certo Marvin, con cui è stato tutto molto bello, anche se la storia è durata pochi mesi. Politicamente attiva, Erica ha lavorato nello staff elettorale del presidente Biden e collaborato attivamente con la Obama Foundation.

Sono alcune delle note biografiche di Erica Marsh, l’influencer americana comparsa all’improvviso sulla scena mediatica che si è autodefinita una “giovane guerriera” dem lanciata all’attacco della destra liberal americana. Nei suoi tweet, Erica non le ha mai risparmiate all’ex presidente Trump e alla Corte Suprema, ha difeso l’aborto e si è pubblicamente dichiarata al fianco del movimento “Black Lives Matter”. E le sue bordate, hanno finito per fare colpo sul popolo dei social, trascinando sul suo profilo 130mila follower.

Qualcuno l’ha definita una “provocatrice”, mentre per altri non era che l’ennesima spia russa con il compito segreto di ingarbugliare ancora di più la politica statunitense.

Ma in questa storia c’era qualcosa che girava male: era tutto troppo perfetto, senza increspature. E malgrado il clamoroso successo, nessuno aveva ancora pensato o tentato di intervistarla di persona. È il pensiero che per settimane ha attraversato la redazione del “Washington Post” dove, sentendo puzza di bruciato, un gruppo di reporter ha iniziato ad indagare per settimane senza riuscire a trovare traccia di Erica: in nessun elenco telefonico, lista elettorale o registro scolastico c’era traccia di quella giovane ragazza bionda dal sorriso contagioso. E tantomeno nell’ufficio elettorale di Biden o alla Fondazione degli Obama qualcuno si ricordava di lei.

A indagini concluse, il quotidiano di Washington è uscito con una notizia sconcertante: Erica Marsh non esiste. È un “fake” ideato dall’intelligenza artificiale e lanciato sulla pubblica piazza dei social per influenzare la politica americana. La conferma è arrivata anche da esperti nelle immagini digitali, secondo cui il volto presenta dei “tratti compatibili con una manipolazione elettronica”.

All’indomani della notizia, il profilo Twitter di Erica Marsh è sparito, e a forza di scavare il Washington Post sarebbe riuscito a risalire a Michael Zacharau, esperto in digital marketing di origine tedesca, che al momento si limita al silenzio.