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Signore e signori, buonasera. Non è un saluto, ma una sorta di arrivederci a presto, perché da qui in poi tutto sarà lecito. Lo dimostra la signorina della foto di apertura: si chiama Fedda, in arabo “argento”, ed è una bella ragazza bionda e gli occhi azzurri dai tratti occidentali, con i capelli raccolti e un filo di trucco che è comparsa in anteprima sul sito “Kuwait News” per annunciare la rivoluzione.

Peccato che Fedda abbia una particolarità che la tende unica: non esiste. È la prima giornalista virtuale della storia, creata dalla famigerata intelligenza artificiale che ogni giorno di più erode tratti della nostra esistenza cancellando un po’ per volta lavori e mestieri.

Fedda si è presentata al mondo sfidando i visitatori del sito con la domanda “Che tipo di informazione preferisci? Mi piacerebbe sentire le opinioni di tutti”. Fedda, precisano, non ha studiato per anni all’università, ma sarà presto in grado di parlare tutte le lingue del mondo, a cominciare dal kuwaitiano per passare a quelle che servono per essere compresa da una popolazione assai mista, composta per il 60% da stranieri, di cui solo il 23% proveniente da altri paesi Arabi, il 35% dall’area asiatica, l’1% dall’Africa e lo 0,7% dall’Occidente. Non importa: chiunque avrà modo di ascoltare le notizie nella lingua che meglio preferisce.

È l’ennesimo salto in avanti dell’I.A., secondo gli esperti una tecnologia che nel giro di poche lune finirà per azzerare i mestieri legati all’informazione, o comunque di creare una nuova generazione di giornalisti capaci di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle macchine, imbattibili nelle ricerche e nella stesura dei testi, come ormai ampiamente dimostrato dai “chatbot” diventati il caso (e lo spauracchio) del momento.

Fedda, in più, non chiedere ferie, non pretende pause o permessi perché la bambina ha la pertosse, non ha intenzione di sposarsi, non costa stipendi e contributi, e non si rivolgerà mai ai sindacati per protestare contro gli orari di lavoro.