Nata nel febbraio 2011, la “Fondation Vinci Autoroutes pour una conduite responsabile” è un laboratorio, un osservatorio e uno strumento di informazione dedicato al cambiamento dei comportamenti sociali. Impegnata fin dall'inizio nella promozione della responsabilità individuale e collettiva sulla strada, ha gradualmente ampliato il suo campo d'azione per includere l'educazione al rispetto dell'ambiente e l'apertura verso gli altri.
Tra le varie iniziative della Fondazione, il “Barometro della guida responsabile”, un report annuale realizzato da Ipsos su un campione che quest’anno era di 12.413 persone di 11 Paesi diversi d’Europa, utile per raccontare vizi, virtù e comportamenti degli automobilisti del Vecchio continente.
Dai risultati, c’è poco da stare allegri sulle strade europee, dove stando ai dati ogni giorno è in corso una guerra dove non si fanno prigionieri, solo vittime.
Per cominciare come si deve, il 97% si considera un ottimo guidatore, ma questo forse non era neanche il caso di dirlo: il 75% si dichiara assai vigile (l’80% in Italia), il 58% calmo (47%) e il 29% cortese (20%). Tutto questo a fronte di una fetta rilevante di guidatori, addirittura l’83%, che fra i timori più grandi ha il comportamento aggressivo degli altri conducenti, dettaglio che sale all’88% fra gli italiani, mentre oltre al metà - il 52% - ammette che capiti spesso e sovente di insultare e prendere a male parole gli altri automobilisti (in Italia, il dato sale al 60%), e ancora il 50% che suona il clacson verso i conducenti più irritanti (55% da queste parti). Per finire con il 31% che si “attacca” al paraurti posteriore di un conducente considerato inetto (il 29% qui), per finire con il 21% che se capita scende dal veicolo per discutere con un altro conducente. Il 28% fra i confini italiani, e quasi mai per fare due chiacchiere.
Peggio ancora, se possibile, va sulle norme più infrante del Codice della Strada, con il superamento abituale dei limiti ammesso dall’85% degli intervistati (82% in Italia), seguito dal 58% che se ne infischia delle distanze di sicurezza (56%), o il 53% che in autostrada non considera la corsia più a destra anche se procede a velocità limitata (50%), chiudendo in bellezza con il 35% che - sempre in autostrada - spesso e volentieri supera a destra (27% in Italia).
Finito? Macché, meglio mettersi comodi, perché il peggio (forse) deve ancora arrivare. Come ad esempio il 77% (da queste parti il 74%) che ammette di essere spesso distratto alla guida da smartphone o navigatori satellitari, con l’aggiunta del 67% che confessa candidamente di continuare a telefonare anche se è alla guida (68%), anche se per il 57% facendo uso del Bluetooth. Nelle file di chi telefona spesso e volentieri, il 14% ha già sfiorato almeno una volta un incidente grave (17% in Italia) mentre l’84% sa di distogliere spesso gli occhi dalla strada per più due secondi (82%). Lo studio non ha tralasciato neanche i rischi della stanchezza al volante, il fenomeno preoccupante della guida dopo aver assunto alcolici o droghe.
“Il ritratto degli europei al volante che emerge da questa nuova edizione del Barometro della guida responsabile riflette una società divisa tra la paura di una crescente violenza, anche sulla strada, e la difficoltà per tutti, a prescindere dall'età, di adottare azioni concrete per ridurla - ha sottolineato Bernadette Moreau, delegata generale della fondazione Vinci Autoroutes - rispettare le regole del Codice della strada, essere consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni per sé e per gli altri, controllare l'impulsività e resistere all'individualismo sono tutti modi per contrastare la violenza sulle strade e la violenza in generale”.