Galleria fotografica

Verso la fine del 1998, a pochi mesi dall’arrivo del nuovo Millennio, una mania irresistibile attraversa il pianeta. Si chiama “Furby”, è un animaletto robotico peloso di razza probabilmente aliena che ha sostituito il “Tamagotchi” di qualche anno prima nel cuore dei “caregivers” dell’hi-tech. L’unica somiglianza accertata è quella con i “Mogwai” della commedia horror del 1984 “Gremlins”.

Furby però non è un disegno creato dai pixel: si può toccare, stringere e coccolare realmente. Di più: visto che parla il “Furbish”, il compito è di insegnagli il proprio idioma e nutrirlo premendo la lingua con un dito.

L’avevano realizzato i due inventori Caleb Chung e Dave Hampton per provare a fare colpo all’American International Toy Fair. A cogliere al volo l’occasione è la “Hasbro”, colosso statunitense dei giochi che nel pieno del successo del pupazzetto alieno con una mano sigla un accordo con “McDonald’s” per una versione ridotta in regalo con gli “Happy Meal”, e con l’altra si assicura i favori della concorrenza, “Burger King”, questa volta per una serie di gadget ispirati al personaggio.

Il primissimo Furby ha 6 motori con cui muove orecchie, occhi e bocca, e tanto basta per vendere 41 milioni di pezzi in tutto il mondo.

Dopo la fiammata inziale Furby non è scomparso, ma certo non ha più polverizzato record. Nel 2005 la Hasbro lancia una nuova generazione aggiungendo comandi vocali, e nel 2012 replica con gli occhi retroilluminati per sottolineare le espressioni del nuovo Furby, accompagnato da una app.

Da pochi giorni fa, Furby anno di grazia 2023 è tornato nei negozi di giocattoli per tentare la nuova invasione d’oltreoceano. Grazie alle meraviglie della tecnologia racchiude oltre 600 frasi, sa raccontare barzellette, cantare, ballare, fare le imitazioni e proiettare giochi di luce, ma soprattutto accetta 5 diversi comandi vocali attivabili con una frase tipo quelle che mettono in moto gli assistenti vocali. Per nutrirlo questa volta, è sufficiente dargli un ciondolo a forma di pizza. Che in tempi di crisi aiuta.