Secondo alcune stime, in Italia vivrebbero fra i 10 e i 12 milioni di gatti domestici, cifre che rendono i felini gli animali di compagnia più diffusi e amati. E questo, al netto di un carattere indipendente, curioso e spesso portato a dimostrare affetto in modi diversi: dai gatti più coccoloni che amano fare le fusa accoccolandosi vicino agli umani a quelli più schivi che, al contrario, preferiscono non dare troppa confidenza.
Diversità spesso date dalla razza e dall’ambiente in cui ogni gatto è cresciuto, ma che hanno un punto in comune: i gatti riconoscono gli umani dall’odore, e in base a quello stabiliscono come comportarsi. Sono i risultati di una ricerca realizzata dalla Tokyo University of Agriculture, in Giappone, e pubblicata sulla rivista scientifica “Plos One”.
Per arrivare alla conclusione della ricerca, gli scienziati guidati dal professor Yutaro Miyiri hanno reclutato 30 gatti domestici, sottoposti ad un test molto semplice: far odorare loro tre piccole provette che, rispettivamente, contenevano un tampone impregnato dell’odore corporeo del padrone, raccolto fra piedi, orecchie e ascelle, un’altra con quelli di uno sconosciuto e la terza priva di odori.
La maggior parte dei gatti, dopo aver identificato la provetta con l’odore del padrone, quello che conoscono meglio, si è concentrata sul tampone con che conteneva tracce di una persona sconosciuta, confermando che la curiosità è una delle caratteristiche della specie.
L’aspetto più insolito è che i felini iniziavano ad annusare la fialetta con l’odore sconosciuto prediligendo la narice destra, passando a quella sinistra quando ormai avevano familiarizzato con l’odore. Un meccanismo che spiega un processo di lateralizzazione cerebrale tra l’emisfero destro, chiamato a elaborare gli stimoli, e quello sinistro, incaricato di gestire quelli familiari, tipico di molte specie animali.
La seconda parte dello studio si è poi concentrata su come la personalità di ogni gatto incida sul comportamento. Dai questionari sottoposti ai proprietari, è emerso che i felini più sensibili tendevano ad annusare più volte le fialette sconosciute, mentre quelli maggiormente indipendenti si limitavano a poche verifiche.