C’è una vittima della moda, ormai resa quasi inutile dai confini dei sessi, sempre liquidi e fluidi: la cravatta. A parte i manager e i politici, a indossarla restano gli sposi (e neanche tutti), più qualche sparuto signore avanti negli anni che non rinuncia ad essere in ordine.
Perfino i leader mondiali, ripresi nei “photo opportunity” durante i summit, sempre più spesso compaiono senza cravatta, con l’ultimo bottone della camicia aperto. All’argomento aveva dedicato un ampio servizio perfino “WirtschaftsWoche”, serissimo settimanale economico tedesco, raccontando che in Germania se ne importano sempre meno: dai 14,4 milioni del 2014, ai 4,8 del 2023.
Vale quindi come sorta di “monumento ai caduti” la data del 18 ottobre, dal 2003 proclamata “Giornata internazionale della cravatta” dall’Academia Cravatica della Croazia.
In senso assoluto l’accessorio maschile per eccellenza, quintessenza di stile ed eleganza, secondo i calcoli del matematico svedese Mikael Vejdemo-Johansson, si conoscono almeno 100mila modi diversi per annodarla, anche se soltanto quattro sono quelli più usati e conosciuti: il nodo semplice, di forma conica e adatto al look casual, quello piccolo, adatto ai colletti stretti e cravatte spesse, il nodo Windsor, il più elegante, e il mezzo-Windsor, variante più semplice da fare.
Le origini della cravatta moderna risalgono alla Guerra dei trent’anni, quando i mercenari croati iniziano a indossare intorno al collo dei piccoli foulard tradizionali annodati che attirano la curiosità dei francesi. Il primo a pretendere la cravatta di pizzo è Luigi XIV nel 1646, trasformandolo immediatamente in un accessorio di moda che non poteva più mancare negli armadi della nobilità transalpina.
Diverso il significato che la cravatta assume in Inghilterra, ai tempi della società vittoriana, quando diventa un messaggio di appartenenza alle diverse classi sociali.
Con l’avvento del XX secolo il concetto di cravatta vive un cambiamento radicale di forme, lunghezze e tessuti perdendo, almeno per un certo periodo, l’idea che fosse sinonimo di eleganza allo stato puro.