Nelle battute finali di “Mediterraneo”, una piccola parte del gruppo di 8 militari italiani inviati durante la Seconda Guerra Mondiale a presidiare una piccola isola dell’Egeo, si ritrovano ormai vecchi nel ristorante che Antonio Farina (al secolo Giuseppe Cederna), ha aperto con la sua amata Vassilissa, l’ex prostituta per cui aveva rifiutato di tornare in Italia.
Sono le scene malinconiche che chiudono la leggendaria pellicola di Gabriele Salvatores, regista che conquista l’Oscar 1992 grazie anche alle forti personalità del gruppo di attori scelti con cura per dare volto e carattere ai militari italiani: Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Claudio Bisio, Ugo Conti, Gigio Alberti, Antonio Catania e Giuseppe Cederna, il timido attendente Giuseppe Farina.
Quella scena, più di 30 anni dopo, è diventata realtà. Giuseppe Cederna, attore romano classe 1957, lavora realmente in una tipica taverna greca dell’isola di Karpatos, a metà strada tra Rodi e Creta. La notizia è filtrata dopo che diversi turisti italiani l’hanno riconosciuto e fotografato più volte, increduli di fronte alla realtà che questa volta non superava, ma affiancava la finzione.
Non si tratta della nuova occupazione di Cederna, attore molto impegnato anche a livello teatrale, ma una via di fuga personalissima che gli permette di staccare dalla vita normale almeno un mese all’anno, e in fondo anche un nostalgico appiglio ai ricordi di una pellicola diventata un “cult” per intere generazioni, quella che concludeva la straordinaria “trilogia della fuga” di Salvatores.
Al Corriere della Sera, Cederna ha dichiarato: “Con la mia compagna aiutiamo una famiglia di amici del posto. Hanno un orto e un piccolo ristorante. All’inizio venivamo da ospiti, poi siamo diventati di famiglia. E, si sa, chi è di famiglia lavora. Non sono mai venuto come turista, qui ho anche imparato a fare il contadino: taglio il grano, raccolgo pomodori, zucchine. E sto con i miei amici. Un legame viscerale. Ci hanno accolti a poco a poco, fino ad adottarci. Ho fatto anche da testimone di nozze a loro figlio, lo aspetto a Roma a dicembre. Sono un uomo fortunato, ho due famiglie nel mondo”.
In fondo, vale ancora la frase che chiudeva il film: “Dedicato a tutti quelli che stanno scappando”. E a quelli come Cederna, che ancora lo fanno.