Ogni settimana, Haley Van Voorhis scende in campo con la formazione della “Shenandoah Hornets” dell’omonima università di Winchester, Virginia, squadra di football americano che milita nella Division III della “Ncaa”, il seguitissimo campionato universitario statunitense.
Haley ha 19 anni, lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri, è alta 170 centimetri e pesa 65 kg. Ma non è una “cheerleader” in short che ancheggia per sollazzare il pubblico, anzi: il suo ruolo è il “defensive back”, un difensore. In pratica, deve neutralizzare gli attacchi laterali placcando gli avversari: in genere roba da maschi nerboruti e dalle spalle assai larghe.
Ma la vera curiosità, in questa storia, è tutt’altra: la squadra della Shenandoah University è fatta solo di maschi. Haley è l’unica donna.
Tutto inizia dai sogni di una ragazza di The Plants, Virginia, a cui la moda, gli influencer, il trucco e tutto il resto non è mai interessato: fin da quando era piccola ha sempre e solo desiderato di entrare nel football professionistico. Già negli anni delle elementari e delle medie alla Christchurch di Urbanna, Haley si fa notare sui campi da calcio, basket e lacrosse. Poi, finalmente, arriva il football: prima come “strong safety” nella divisione Pro della Women’s Football Alliance con la maglia dei “D.C. Divas” di Washington, poi è arrivata la chiamata degli Shenandoah Hornets, a cui la voce di ragazza dalle doti fuori dal comune era arrivata qualche tempo prima.
A volerla in campo nel delicato incontro con gli “Junata Eagles”, credendo nelle doti di questa diciannovenne, è stato il coach della squadra, Scott Yoder. E lei, giusto per ricambiare la fiducia, non ha fatto passare niente e nessuno, riuscendo perfino a bloccare Calvin German, quarterback di 80 kg per 182 centimetri, un tizio che quando corre sembra un treno merci che ha perso l’uso dei freni
Anche grazie a lei, gli Hornets hanno stravinto l’incontro e uscendo verso gli spogliatoi dal pubblico è partita un’ovazione dedicata ad Haley, la ragazza bionda di The Plants, Virginia.
Nella storia del football americano il suo debutto è destinato agli archivi: prima di lei ci avevano provato Liza Heaston nel 1997, seguita Katie Hinida nel 2003 e Sarah Fuller nel 2020, ma come “kicker”, il giocatore che gestisce i calci da fermo. Haley no, ha fatto di più: “Ho reso possibile l’impossibile”.