Bastava un manico di scopa, per sentirsi un pistolero che cavalcava verso il tramonto. Intere generazioni di ragazzini sono cresciuti così, i più fortunati con un bastone che in punta aveva la testa di un cavallo, gli altri con il manico e basta.
Poi si cresce, e certe attività si lasciano da parte, pena una visita dallo psicanalista e qualche goccia di chissà che. Ecco perché stupisce, almeno all’apparenza, scoprire che in Finlandia, forse non a caso il paese più felice al mondo secondo una speciale classifica pubblicata annualmente, l’andare a cavallo senza cavallo è diventata una della più recenti manie delle ragazzine fra i 10 ed i 18 anni.
La disciplina, perché di quello si tratta, si chiama “Hobby Horse” e consiste esattamente nel fingere di montare un vero cavallo. Un po’ come l’Air Guitar, il campionato dei chitarristi senza chitarra, per capirci.
Secondo le stime, gli appassionati di Hobby Horse sfiorano ormai il migliaio, e ad ogni appuntamento pubblico dell’Annual Hobby Horse Championship la folla non manca. Un interesse che ha spinto la regista finlandese Selma Vilhunen a realizzare “Hobbyhorse revolution”, un documentario sul mondo delle gare finto equine che ha come scopo far emergere la disciplina ed evitare a chi la pratica pregiudizi e sfottò.
Anche perché, secondo gli esperti l’Hobby Horse aiuta a sviluppare la coordinazione dei movimenti e spesso rappresenta il punto di ingresso verso la vera e propria equitazione.
L’unico attrezzo previsto, il manico di scopa con la testa di cavallo, quasi sempre è fatto in casa usando lana, cotone e ovatta, qualche striscia di finta pelle per le briglie e un paio di anellini per riprodurre più o meno fedelmente l’imbragatura. In realtà, assicurano le cronache, le atlete si prendono cura del loro bastone equino come fosse un animale vero, che spesso ha addirittura un nome e prima della gara viene rinchiuso in uno speciale recinto. A quel punto, tocca alle giovanissime misurarsi nelle stesse discipline dell’equitazione, come salto ad ostacoli e dreassage.