Quarant’anni fa, mese più mese meno, arrivava sugli schermi televisivi italiani Supercar, riadattamento addomesticato del titolo originale: Knight Rider.
Fa lo stesso: Supercar diventa un successo clamoroso ovunque sia arrivato, consacrando la carriera di David Hasselhoff, aitante attore americano che in realtà ha ricevuto più dalla televisione che dal cinema. Hasselhoff, che anni dopo avrebbe prodotto Baywatch, un’altra serie da record, nel telefilm interpreta Michael Knight, agente di polizia che per combattere il crimine è dotato di KITT, l’auto che tutti vorrebbero: è indistruttibile e controllata da un’intelligenza artificiale. Inutile dire che KITT diventa la vera coprotagonista del telefilm, entrando nell’elenco delle vetture di culto: gli appassionati di tutto il mondo che si sono cimentati nel realizzare repliche più o meno realistiche non si contano neanche più.
KITT, acronimo di Knight Industries Two Thousands, è in realtà una Pontiac Firebird Trans Am del 1982, una delle più celebri pony car americane. Dotata del celebre scanner rosso frontale, nella strumentazione di bordo comprende il Turbo Boost, un pulsante che le permette di effettuate salti di decine di metri e scavalcare muri, affiancato dallo Ski-Mode, altro pulsante che questa volta consente di calcolare distanza e percorso migliore fra due località. Qualcosa che oggi chiamiamo comunemente navigatore satellitare, mentre nelle auto del 1982 non si andava oltre la cartina piegata male o il Tuttocittà ingiallito.
KITT, oltre a diventare all’occorrenza un mezzo anfibio, è in grado di sopportare attacchi con armi da guerra pesanti e in caso di necessità non ha bisogno di qualcuno alla guida, perché fa tutto da sola. I sistemi di bordo, per finire, le permettono di analizzare la composizione chimica di qualsiasi sostanza e assicurano il collegamento istantaneo con tutti i database americani e a qualsiasi telecamera di videosorveglianza.
La maggior parte delle 23 vetture realizzate dalla produzione per i 90 episodi delle 4 stagioni di Supercar sono andate distrutte durante le riprese o demolite successivamente per via di un preciso accordo fra la Universal e la Pontiac, marchio del gruppo General Motors che in quel periodo era sommerso da una valanga di ordini tutti uguali: migliaia di clienti chiedevano una Trans Am nera con interni marrone e luci rosse sul paraurti anteriore, tanto da costringere il marchio anni dopo a mettere in vendita un kit che ricreava le celebri lucine rosse intermittenti.
Il successo costrinse la Pontiac a realizzare diverse repliche ufficiali dotate di tutti i gadget originali, molte finite in collezioni private o esposte in musei come il Kesick Cars of the Stars, in Inghilterra, ma due furono acquistate da David Hasselhoff.
È proprio una di queste che sta per finire ad un’asta in cui l’attore ha deciso di vendere diversi cimeli della sua lunga carriera. L’asta, organizzata a partire dal 23 gennaio prossimo dalla casa Live Autctioneers di Canoga Park, in California, metterà in vendita i migliori offerenti costumi di scena, memorabilia e foto autografate, ma il pezzo forte rimane l’esemplare di KITT, che parte da una base d’asta di 475mila dollari e facilmente finirà per superare il milione. Compresa nel prezzo, la consegna delle chiavi da David Hasselhoff in persona. Vuoi mettere?