“Titanic”, il film cult di James Cameron ispirato alla vicenda del leggendario transatlantico naufragato durante il viaggio inaugurale, esce nelle sale nel 1997 ed è subito un successo. La colona sonora, altrettanto indelebile, ha un pezzo di punta: “My heart will go on”, cantato da Céline Dion.
Da qualche giorno, su YouTube è diventato virale un video in cui a interpretare il brano, difficilissimo vocalmente, è il compianto Freddie Mercury. Peccato che il frontman dei “Queen” non l’abbia mai cantata, anche perché è morto ben sei anni prima che il film uscisse, nel novembre del 1991.
Uno dei tanti esempi che circolano in rete spiegando in modo pratico cosa è in grado di fare l’Intelligenza Artificiale. Il tutto si basa sulla capacità di sostituire dalla traccia la voce originale con quella di un altro artista, dopo aver “allenato” il sistema a immagazzinare lo stile, le inflessioni, il modo di prendere fiato e l’estensione.
Al momento, spiegano gli esperti, il processo non è ancora automatico e richiede una certa applicazione, ma è ovvio che si tratta soltanto di tempo, e neanche tanto, prima di arrivare al giorno in cui sarà difficile capire chi ha davvero cantato cosa, o peggio ancora, se qualche nuovo brano di rockstar defunte sia spacciato per il solito inedito ritrovato casualmente nei cassetti di una piattaia in cucina. Un precedente c’è già, piuttosto recente: “Heart on My Sleeve”, duetto di Drake e The Weeknd in realtà mai realizzato dai due artisti e provocatoriamente diffuso come reale che ha spinto il colosso discografico Universal a sporgere denuncia aprendo un nuovo cruccio alla giurisprudenza: replicare la voce di un artista è violazione del copyright oppure no?
Al momento, aggiungono gli esperti, la materia è ancora tutta da esplorare, ma conviene trovare una soluzione in fretta, prima che il mondo sia invaso da novità discografiche di gente morta e sepolta decenni prima. In attesa di qualche sentenza, a fare la differenza è più che altro l’aggravante: se si tratta di un esperimento social-musicale è un conto, se invece si sfora nel tentativo di lucrarci sopra, allora il discorso cambia un po’.
Per chi volesse approfondire, è sufficiente affidarsi all’hashtag #AICover per scoprire un mondo parallelo che mescola vivi e morti. Gli esempi non mancano e non tutti – a dire il vero – sembrano riusciti e degni di nota. Ad esempio la discutibile scelta di far interpretare “Barbie Girl” degli “Aqua” dalla voce ruvida di Johnny Cash, o ancora “Creep” dei “Radiohead” interpretata da Frank Sinatra.