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Non c’è verso: per quanto sommerso di complimenti per la forza che mette in campo e la gentilezza che scatta appena ne esce, l’Italia non riesce a capitarsi. Come farà Jannik Sinner, un ragazzo di 22 anni appena, a non far parte di una gang di youtuber, a non andare a 300 km/h in autostrada a fari spenti, a non festeggiare ogni vittoria fra vallette scosciate? Così normale da non sembrare vero, Jannik sta costringendo tutti a rifare i conti: qualche speranza in questo mondo possiamo ancora averla.

Lui, in compenso, è concentrato sul volo finale, quello che quest’anno lo consacrerà numero uno al mondo: primo italiano della storia a raggiungere un titolo che da queste parti sembrava impensabile, tolti gli exploit di epoca giurassica di Panatta, Pietrangeli e Barazzuti. È la nuova immagine dell’Italia, quella capace di tirare fuori il tennista più forte al mondo come di spedire una band – i Maneskin – a conquistare il pianeta suonando rock, genere non definibile esattamente proprio del popolo italiano, in genere più incline alle stornellate d’amore.

A separare Jannik dalla leggenda ci sono circa 1000 punti, il distacco con sua maestà Novak Djokovic, sovrano che ormai ha capito di dover abdicare. Ma le tappe sono ferree e scandite da un calendario che non lascia tempo di riflettere. Dopo il Master 1000 di Miami si riparte dalla terra rossa, non proprio la superficie più amata da Sinner, che in compenso si esalta sulla velocità del cemento.

Primo appuntamento, da domenica 7 aprile, il Rolex Monte-Carlo Masters, che almeno vuol dire fare un salto a casa e controllare la posta. Seguirà il Mutua Madrid Open 2024 (22 aprile – 5 maggio), antipasto agli Internazionali BNL d’Italia, dal 6 al 19 maggio, dove l’ultimo italiano ad arrivare in finale era stato Panatta nel 1978. Dal 20 maggio al 9 giugno il grande tennis vola a Parigi per i Roland Garros, secondo slam dell’anno e ultimo torneo sulla terra rossa. Tappa ancora sull’erba sacra del Wimbledon Championship (dall’1 al 14 luglio), per poi tornare sulla terra di Parigi per le Olimpiadi, considerata una tappa fondamentale della stagione sportiva studiata dallo staff di Sinner.

Una tabella impegnativa che spiega perché per festeggiare una vittoria basta una cena, come ha dichiarato lo stesso Jannik, perché l’indomani gli allenamenti ricominciano.