C’è un nuovo arrivato nel lungo elenco degli “junk food”, la poco edificabile categoria in cui rientrano i cibi considerati malsani, nocivi per la salute e per di più dal bassissimo valore nutrizionale. Ma questa volta l’accusa sta facendo rumore in tutto il mondo, perché tocca uno dei cibi pronti fra i più amati dai giovanissimi: gli “instant noodles”, ovvero la pasta lunga tipica della cucina giapponese precotta e disidrata.
A metterli in croce ci ha pensato un’inchiesta del “Guardian”, partendo da dati che parlano di una rapida diffusione dei noodles istantanei in paesi africani, sudamericani e asiatici, dopo aver letteralmente conquistato i mercati di Stati Uniti ed Europa, dove svettano fra i piatti veloci preferiti dalla “Gen Z”. Lo dimostrano i 96 miliardi di confezioni vendute nel 2010 in tutto il mondo, di cui 42 miliardi in Cina, 14 in Indonesia, 5,3 in Vietnam e 4 miliardi negli Stati Uniti. Ma a svettare, di recente, sono la Nigeria e il Kenya. Nel primo caso la vendita di noodles precotti ha visto un aumento esponenziale del 58%, passando da 1,82 milioni di porzioni a 2,79, mentre per il Kenya la crescita è ancora più marcata: da 50 a 130 milioni di confezioni, il 160% in più. Lo stesso vale per la Colombia (+150%) e l’Egitto (+110).
Secondo dati recenti, del novembre scorso, fra i dati economici della Corea del Sud svettava la voce sulle esportazioni di instant noodles per 785 milioni di dollari, il 25% in più dello scorso anno, quando nel mondo sono state consumate ben 121,2 miliardi di porzioni.
Inventati in Giappone nel 1958 dalla “Nissin” assicurando un piatto sostanzioso pronto in meno di due minuti e per di più ad un prezzo bassissimo, i noodles istantanei sono finiti sotto accusa dai medici e nutrizionisti di mezzo mondo che li accusano di aumentare il livello delle malattie cardiovascolari a causa della presenza in dosi massicce di sale. Gli studi scientifici non si contano neanche più, e spiegano che consumare ogni giorno due confezioni, a pranzo e cena, da 70 grammi di instant noodles significa mettere in corpo 2,352 mg di sodio, il 118% in più dell’apporto giornaliero consigliato dall’OMS. Uno studio del 2017 è sceso più nel dettaglio analizzando il contenuto di 10 fra i più diffusi marchi, rilevando fra il 35 ed 95% di sale in più della dose giornaliera di guardia.
A renderli amatissimi fra gli studenti di tutto il mondo la popolarità crescente della cucina asiatica, il prezzo contenuto e l’estrema facilità di preparazione, che permette di versare il contenuto della busta in acqua scaldata per due soli minuti.