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Lode, Ethel, Birra, Farsante e Goldie. Sono i nomi di cinque cavalli, tutti bellissimi ma soprattutto potenti e veloci come non mai, risultato di un esperimento genetico realizzato dalla “Kheiron Biotech SA”, una società biotecnologica argentina specializzata nello sviluppo degli equini.

Geneticamente modificati attraverso la “Crispr-Cas9”, un’avanzatissima tecnica della manipolazione del DNA ideata da Jennifer A. Doudna ed Emmanuelle Charpentier, premiati nel 2020 con il Nobel per la Chimica. La formula si basa sull'impiego della proteina Cas9, utilizzata come forbice molecolare per tagliare un DNA bersaglio ma programmabile anche per effettuare specifiche modifiche al genoma di una cellula animale, umana o vegetale. Il sistema è stato sperimentato durante la pandemia per rilevare la presenza di Covid-19 nei tamponi naso-faringei, anche se le speranze del mondo scientifico si spingono più in là, per la possibilità di correggere le sequenze di DNA mutate che creano l’insorgere di malattie genetiche e tumori.

Ma nei cinque cavalli argentini nati i primi giorni dello scorso dicembre, l’editing genetico è stato utilizzato sul gene “Mstn” per ottenere animali con potenza muscolare e velocità molto al di sopra di quelli normali. Un obiettivo definito un “progresso senza precedenti nella biotecnologia”, raggiunto partendo da una specifica sequenza di una cavalla pluripremiata, Polo Pureza, riconosciuta nella “Hall of Fame” dell’Associazione Argentina degli Allevatori di Cavalli Polo.

Per quanto il progetto della Kheiron abbia scrupolosamente seguito i criteri della Direzione Nazionale della Bioeconomia e della Commissione Consultiva Nazionale per le Biotecnologie Agricole (CONABIA), gli organismi di regolamentazione biotecnologici, in Argentina si è acceso il dibattito tanto sul “doping genetico” quanto sulle ripercussioni etiche che possono seguire un esperimento di simile portata.