Ci sono tanti modi per aiutare la natura in un momento storico come questo, quando i cambiamenti climatici iniziano a farsi sentire con particolare insistenza e il verde è minacciato ovunue. Per Kiki Grammatopoulos, studentessa della “Central Saint Martin”, prestigioso ateneo londinese specializzato in moda e design, una delle soluzioni possibili è semplicemente continuare a correre, passione che accomuna milioni di persone in tutto il mondo.
Ma già che uno corre, e quindi attraversa velocemente zone diverse a volte distanti tra loro, tanto vale farlo tentando di rinfoltire giardini pubblici, boschi e foreste. L’idea, per farla breve, si chiama “Rewild the Run”, ed è una suola realizzata con stampa in 3D applicabile a qualsiasi tipo di scarpa da running dotata di “gancetti” in grado di catturare i semi nel terreno e rilasciarli in altre zone. In pratica, unire la passione del running all’importanza di ripopolare le aree verdi. Nient’altro di un processo naturale chiamato “epizoocoria” che indica la dispersione di frutti o semi da parte di animali, eventi climatici o dell’uomo stesso.
“Volevo esplorare come si sviluppa il legame con la natura nelle nostre città, e come potrebbero essere questi ambienti urbani se lasciassimo la biodiversità prosperare, come abbiamo visto durante la pandemia di Covid-19”.
Realizzata ispirandosi al principio del velcro, la nota chiusura a strappo divisa in due parti di cui una disseminata di minuscoli gancetti-trappola, il copri-scarpa di Kiki non esiste ancora in commercio, ma dopo il deposito del brevetto è in corso una fase di test con la comunità dei runner londinesi “Run the Boroughs”, ultimo step prima di una serie di presentazioni a colossi dell’abbigliamento sportivo per valutare la validità dell’idea.