Alzi la mano chi non si è mai annoiato sul lavoro. Probabilmente tutti, prima o poi, hanno avuto una giornata in cui vincere lo sbadiglio era un’impresa tanto impossibile quanto imbarazzante davanti ai capi.
Nulla di anomalo, meglio chiarirlo: il genere umano sopporta poco la noia e la ripetitività, e fa di tutto per tenere il più lontano possibile queste fastidiose sensazioni. Ma per sapere quali sono i lavori e le occupazioni a più alto potenziale soporifero, si è messo d’impegno un gruppo di scienziati dell’Università di Essex, che ha sottoposto a 500 volontari un questionario basato sulla propria percezione del lavoro, chiedendo anche di stilare una classifica dei peggiori e più noiosi.
A stravincere, secondo la stragrande maggioranza delle risposte, è l’analista dati, ovvero un professionista costretto tutti i giorni a spulciare valanghe di numeri trasformandoli in potenziali risposte per aziende e imprese.
Nell’immaginario collettivo una delle attività più ripetitive e meno creative mai concepita da mente umana.
Una classifica che ovviamente si basa sulla percezione esterna, nel senso che è difficile immaginare il popolo degli analisti come persone in preda alla depressione, quando al contrario ci saranno migliaia di persone ben felici di fare un lavoro che li appassiona e per cui hanno studiato e si sono impegnate.
Si guadagnano il secondo posto in classifica i commercialisti, a loro volta esempi di professione dove sono necessari rigore e amore smisurato per le cifre. Terza piazza per l’esperto fiscale, a sua volta costretto a non perdere una norma per poi interpretarla nell’interesse dei propri clienti. Giù dal podio, anche se di poco, l’assicuratore, professionista a cui spetta la doppia grana di gestire i sinistri e il contatto con il pubblico, mai semplice. Per chiudere in bellezza la top five con l’addetto alle pulizie, un lavoro tanto necessario quanto dignitoso ma di estrema routine e ripetitività.
E al contrario, chiedeva il sondaggio, quali sono, secondo la percezione comune, le professioni più eccitanti? Le risposte spaziano dal giornalismo all’arte, dalle scienze naturali all’insegnamento. Ma anche in questo caso, ci sarebbe da discuterne, perché basta una chiacchierata con qualcuno che li fa per scoprirne il lato oscuro, quello più noioso.
In conclusione, è meglio evitare con cura i lavori considerati più monotoni? Non per forza: chi ama il proprio lavoro – che sia un contabile o un commercialista – prova soddisfazione nel farlo ogni giorno, quindi ben venga. Il motivo della ricerca è più che altro un invito a trovare un senso alla propria attività, mettendo anche in conto che ogni lavoro ha una parte di compiti considerati noiosi e che, in modo altrettanto vero, non esiste una professione in assoluto capace di smazzare felicità ed energia a piene mani.