La notte del 9 agosto 1969, Leslie Van Houten si era unita al gruppo selezionato da Charles Manson per la seconda missione di “Helter Skelter”, la folle idea di scatenare l’odio fra bianchi e neri per arrivare al caos totale. Quella sera il gruppo fa irruzione nella villa di Loz Feliz dove vivevano Rosemary e Leno LaBianca, una ricca e tranquilla coppia di imprenditori: vengono entrambi massacrati in modo orribile. L’autopsia accerterà 47 coltellate sul corpo di Rosemary, di cui diverse inflitte post-mortem, mentre Leno muore con un forchettone da cucina infilzato nello stomaco, sul quale qualcuno incide la parola “War”.
È la seconda e ultima missione della “Family” di Manson che neanche 24 ore prima aveva massacrato l’attrice Sharon Tate e alcuni suoi amici in quello che Hollywood ricorda come l’eccidio di Cielo Drive, una delle pagine più buie e violente della storia americana.
Leslie Van Houten viene fermata dalla polizia il 16 agosto successivo, nel corso di un’indagine su diversi furti d’auto. Rilasciata, finisce in galera nel dicembre dello stesso anno accusata di cospirazione e del duplice omicidio dei coniugi LaBianca. Al contrario degli altri adepti di Manson, tutti catturati negli stessi mesi, Leslye Van Houten collabora fin dall’inizio con la polizia, fornisce indicazioni, fa nomi e indica posti. Giudicata colpevole, viene condannata a morte, pena che nel 1978 sarà ridotta all’ergastolo.
Era nata nel 1949 ad Altadena, uno dei tanti sobborghi di Los Angeles dove un’adolescenza difficile è quasi una certezza. A 15 anni era già scappata di casa più volte, ormai dipendente da LSD e anfetamine: due anni dopo resta incinta, ma è costretta ad abortire dalla famiglia.
È la molla che la spinge a fuggire di casa definitivamente per unirsi alle comuni del movimento hippy. Fu Catherine Share, conosciuta in una comune nel nord della California, a proporle di seguirla allo “Spahn Ranch”, la comunità che Charles Manson stava costruendo a Los Angeles. Leslye Van Houten fa la sua parte per finanziare la nascita della comune rubando auto e svaligiando appartamenti, compreso quello della sua famiglia.
Dopo aver rinnegato Manson, più volte la Van Houten si è dichiarata pentita del suo passato e profondamente cambiata. Nel tempo, i suoi avvocati presentano ben 13 istanze di scarcerazione, tutte respinte dalla commissione incaricata di riesaminare ogni volta il caso.
Ma adesso, a 73 anni, con i capelli grigi, le rughe e gli occhiali spessi, la donna che era stata definita “l’angelo del male” potrebbe uscire dopo 53 anni trascorsi dietro le sbarre. Il governatore della California Gavin Newsom, per la prima volta, ha annunciato che non si opporrà ad un eventuale istanza di scarcerazione con la condizionale.